Alessandro Di Battista una furia a Dì Martedì. Ecco la rivelazione shock da Floris – IL VIDEO

Una denuncia dura, cruda, senza sconti. Ospite nella puntata dell’8 aprile 2025 di diMartedì su La7, Alessandro Di Battista ha scosso lo studio con un intervento infuocato sul dramma in corso a Gaza. L’ex parlamentare e attivista, da tempo tra le voci più critiche dell’operato israeliano, ha puntato il dito contro la comunità internazionale, i media e i governi occidentali, colpevoli – a suo dire – di chiudere gli occhi davanti a un genocidio in piena regola, descritto da alcuni osservatori come un “affare immobiliare”.

Il grido d’accusa: “Un genocidio a poche centinaia di chilometri da noi”

Nel suo intervento, Di Battista ha sottolineato con rabbia come Gaza, “a poche centinaia di chilometri in linea d’aria dalle nostre coste”, stia vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epocali. “Oltre 60.000 persone sono già state assassinate”, ha dichiarato con veemenza, “eppure il mondo continua a voltarsi dall’altra parte”.

Di Battista ha duramente attaccato l’ipocrisia dell’Occidente, capace – secondo lui – di indignarsi selettivamente: “Tutti criticano Trump per i dazi o per le sue frequentazioni politiche, ma nessuno dice una parola quando riceve con tutti gli onori un volgare assassino di bambini come Netanyahu, su cui pende una richiesta di arresto per crimini contro l’umanità”.

L’affare immobiliare della morte

L’elemento che più ha fatto infuriare Di Battista è stato un recente articolo di People – da lui citato senza mezzi termini – che parlerebbe di Gaza come di un’opportunità di sviluppo immobiliare per Israele, una volta terminata la guerra. “È questo che mi indigna, Floris”, ha detto, rivolgendosi direttamente al conduttore. “Si sta descrivendo un genocidio come un investimento, come una riqualificazione urbana. È disumano”.

Queste parole arrivano in un momento in cui molte ONG e osservatori internazionali denunciano la volontà israeliana di svuotare Gaza non solo militarmente ma anche demograficamente, trasformandola in una “zona di sicurezza” o in un’area da riconvertire secondo i propri interessi strategici. Un’accusa che, se confermata, getterebbe una luce ancora più inquietante sulla natura del conflitto.

I giornalisti arsi vivi

La parte più scioccante dell’intervento di Di Battista è arrivata quando ha raccontato di due giornalisti palestinesi uccisi proprio nelle ultime ore: “Israele oggi ha bruciato vivi due giornalisti”, ha affermato mostrando le immagini pubblicate sui suoi canali social. “Uno di loro era sotto una tenda di fortuna all’esterno dell’ospedale Nasser, stava lavorando su un computer. È stato bruciato vivo”.

Una denuncia che si somma alle decine di episodi simili già documentati da Reporter Senza Frontiere, Amnesty International e da giornalisti indipendenti presenti nell’enclave palestinese. Secondo le stime, il numero di giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza da ottobre 2023 supera ormai i 100, la stragrande maggioranza dei quali palestinesi. Una vera e propria strage del diritto all’informazione, che avviene sotto lo sguardo impassibile delle grandi redazioni internazionali.

Il silenzio dell’Europa e la complicità dei governi

Per Di Battista, il problema più grande resta però il silenzio complice dei governi europei, incapaci di condannare con fermezza quanto sta accadendo: “Questa è l’Europa che si riempie la bocca di democrazia e diritti umani, ma che resta zitta quando viene colpita la libertà di stampa, quando si bombardano ospedali, quando si cancellano interi quartieri”.

Ha anche criticato il sostegno militare e diplomatico che molti paesi, Italia inclusa, continuano a garantire allo Stato di Israele: “Fornire armi a chi commette crimini di guerra significa essere complici. Non ci sono mezze misure”.

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Conclusioni: parole che fanno rumore

L’intervento di Alessandro Di Battista non passerà inosservato. Nessun altro ospite della serata ha replicato direttamente, ma il pubblico in studio è rimasto visibilmente scosso. In un panorama mediatico che spesso tratta la questione israelo-palestinese con timore e prudenza, le sue parole sono un pugno nello stomaco.

Che lo si condivida o meno, il grido di Di Battista ha riportato Gaza al centro del dibattito televisivo italiano, costringendo l’opinione pubblica a riflettere – almeno per un momento – su quello che sta accadendo non lontano da casa nostra. Un genocidio, secondo le sue parole. E mentre la politica resta in silenzio, a parlare sono le immagini, le macerie e i corpi di chi non c’è più.
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