Scontro acceso alla Camera: il duro attacco di Andrea Scanzi alla premier Giorgia Meloni
Nella puntata di Otto e Mezzo del 19 marzo 2025, il giornalista e opinionista Andrea Scanzi ha rivolto un durissimo attacco alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, criticando la sua posizione riguardo al Manifesto di Ventotene e le sue dichiarazioni rilasciate in Parlamento. L’affondo di Scanzi è stato articolato in due punti chiave: da un lato, la presunta mancanza di una “postura istituzionale” adeguata da parte della premier, dall’altro la volontà di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica con uno scontro mediatico costruito ad arte.
Lo scontro sul Manifesto di Ventotene
Tutto è partito da un acceso dibattito alla Camera, in cui Meloni ha attaccato il Manifesto di Ventotene, il documento scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, considerato la base ideologica per la costruzione dell’Unione Europea. Il manifesto, redatto in piena Seconda guerra mondiale durante la detenzione al confino dei suoi autori, delineava un’idea di Europa federale e post-nazionalista, come antidoto ai totalitarismi.
Secondo Scanzi, la posizione della premier è in netto contrasto con le dichiarazioni passate della stessa Meloni. Infatti, nel 2016, quando era all’opposizione del governo Renzi, aveva scritto sui suoi profili social una frase che lasciava intendere un’apprezzamento per il documento: “I firmatari del Manifesto di Ventotene del 1941 avevano le idee molto più chiare di Renzi, Hollande e Merkel”.
Scanzi ha evidenziato questa apparente contraddizione, sostenendo che la Meloni abbia cambiato completamente approccio, passando da un giudizio positivo del manifesto a un attacco frontale. Secondo il giornalista, questo cambiamento di rotta non sarebbe dovuto a una reale evoluzione del pensiero politico della premier, ma a un calcolo strategico mirato a compiacere una parte del suo elettorato più sovranista e scettico nei confronti dell’Europa.
“Meloni non ha la postura istituzionale di un premier”
Uno dei punti principali dell’analisi di Scanzi riguarda la credibilità istituzionale di Meloni come Presidente del Consiglio. Secondo lui, le sue dichiarazioni dimostrerebbero non solo una mancanza di conoscenza storica, ma anche una volontà di distorcere il significato del Manifesto di Ventotene per alimentare la polarizzazione politica.
“Giorgia Meloni non ha la postura minima che si deve a un Presidente del Consiglio. Ignora la storia e stravolge il significato del Manifesto di Ventotene solo per darlo in pasto alla sua base elettorale. Questo dimostra una mancanza di rispetto per il Parlamento e per le regole minime della democrazia”, ha affermato Scanzi.
L’opinionista ha accusato la premier di “agitare lo scontro” senza proporre soluzioni concrete ai problemi del Paese, in un momento storico delicato. Secondo lui, invece di concentrarsi sulle sfide economiche, sociali e geopolitiche dell’Italia, Meloni starebbe cercando di deviare l’attenzione su temi divisivi per ricompattare il proprio elettorato.
“Uno scontro mediatico costruito per distrarre l’opinione pubblica”
Secondo Scanzi, però, c’è anche un’altra chiave di lettura dell’attacco di Meloni al Manifesto di Ventotene: il tentativo di creare un diversivo politico.
“Ciò che è avvenuto oggi è l’ennesima arma di distrazione di massa. Meloni è in difficoltà, non sa più cosa dire e cosa fare. E allora cosa fa? Mette in scena un conflitto mediatico destinato a far parlare tutti, in modo da spostare l’attenzione dalle vere emergenze del Paese” ha dichiarato il giornalista.
Per Scanzi, il dibattito sulla postura europea di Meloni nasconde problemi ben più urgenti: la gestione dell’economia, la crisi energetica, il difficile rapporto dell’Italia con Bruxelles e le tensioni interne alla sua stessa maggioranza. Accusandola di voler manipolare il dibattito pubblico, Scanzi sostiene che la premier stia cercando di “essere tante cose contemporaneamente”, oscillando tra una posizione europeista moderata e un nazionalismo che fa leva sull’identità sovranista.
“Oggi Meloni ha cercato di parlare a tutti e a nessuno: da un lato vuole rassicurare l’Europa, dall’altro non vuole scontentare l’ala più estrema del suo elettorato. Il risultato? Un discorso confuso e contraddittorio, in cui non si capisce cosa voglia davvero per l’Italia”, ha aggiunto.
La reazione politica e il dibattito acceso
Le parole di Scanzi hanno rapidamente fatto il giro dei social e del dibattito politico, con reazioni contrastanti. Da una parte, le opposizioni – in particolare il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle – hanno ripreso le sue critiche, accusando Meloni di minare il progetto europeo e di voler riscrivere la storia. Dall’altra, esponenti del centrodestra hanno difeso la premier, sostenendo che la sua posizione sia coerente con la necessità di una maggiore sovranità nazionale all’interno dell’Unione Europea.
L’attacco di Scanzi si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra il governo italiano e Bruxelles, specialmente su questioni come le politiche economiche e la gestione dell’immigrazione. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, il tema del rapporto tra Italia ed Europa è destinato a rimanere centrale nel dibattito pubblico.
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Conclusione
L’affondo di Andrea Scanzi contro Giorgia Meloni ha acceso una polemica destinata a durare. La discussione sul Manifesto di Ventotene è solo l’ultimo tassello di uno scontro più ampio sulla direzione politica dell’Italia e sul ruolo del Paese in Europa.
Al di là delle posizioni politiche, resta la questione sollevata dal giornalista: la premier sta davvero seguendo una linea chiara o sta cercando di tenere insieme posizioni inconciliabili? E soprattutto, il dibattito sul manifesto è un tema di sostanza o solo un modo per distrarre l’opinione pubblica da problemi più urgenti?
Domande che continueranno ad animare il dibattito politico nei prossimi giorni.
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