Appendino contro Meloni: “Ha mentito 1000 volte, è con le spalle al muro. IL VIDEO EPICO

Scontro frontale sulla giustizia e sulla trasparenza del governo Meloni

La vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, ha lanciato un durissimo attacco alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accusandola di menzogne e contraddizioni sul caso Almasri e sulle scelte politiche legate alla sicurezza e alla gestione dell’immigrazione. Durante un’intervista a Il Caffè della Domenica su Radio 24, l’ex sindaca di Torino ha sollevato gravi interrogativi sul comportamento dell’esecutivo, chiedendo chiarezza su decisioni che potrebbero aver messo in pericolo la sicurezza nazionale.

Il caso Almasri: uno scandalo che scuote il governo

L’epicentro della polemica riguarda il caso Almasri, un criminale con un passato di violenze e crimini efferati, che sarebbe stato rimandato nel suo Paese su un volo di Stato. “Ogni giorno Meloni dà una versione diversa di un fatto molto grave,” ha dichiarato Appendino. “Ha il dovere di spiegare agli italiani perché un criminale che ha torturato e stuprato bambini è stato rimandato in patria per volontà politica a spese dei cittadini.”

Secondo la vicepresidente del M5S, il governo si sta arrampicando sugli specchi per evitare di rispondere alle domande dell’opposizione e dell’opinione pubblica. “Se davvero siamo sotto il ricatto di uno stupratore di bambini, Meloni lo dica chiaramente,” ha insistito Appendino, lanciando un’accusa che rischia di infiammare ulteriormente il dibattito politico.

L’accusa di menzogne e contraddizioni

Appendino ha poi ricordato le numerose dichiarazioni contraddittorie della presidente del Consiglio e dei suoi ministri. “Prima la responsabilità era della magistratura, poi di qualche burocrate, poi della Corte Penale Internazionale. Il governo mente, si contraddice, e nel frattempo nasconde la verità al Parlamento.”

Le accuse si estendono anche alla gestione dell’immigrazione. “Abbiamo avuto più di 3.000 arrivi a gennaio con un aumento degli sbarchi del 135% rispetto al 2024. In due anni di governo Meloni siamo arrivati a oltre 200.000 arrivi. Quindi, il blocco navale? Il Piano Mattei? Tutte promesse infrante,” ha denunciato la deputata pentastellata.

Lo scontro sulla sicurezza e la trasparenza del governo

Appendino ha poi ampliato il suo attacco includendo il tema della trasparenza istituzionale. “Meloni parla di ‘danno’ all’Italia per l’inchiesta della Procura di Roma? Il vero danno lo fa lei, mentendo, urlando, cercando nemici esterni per coprire le sue responsabilità. Prima se la prende con la Corte Penale Internazionale, poi con i giudici italiani. Ma la verità è che il suo governo è in crisi e non sa come gestire questa situazione.”

Le parole dell’ex sindaca di Torino riflettono un sentimento diffuso tra le opposizioni, che chiedono maggiore chiarezza su scelte che potrebbero aver compromesso la sicurezza nazionale. “Se siamo sotto ricatto di un criminale, vogliamo saperlo,” ha ribadito Appendino.

Il caso Santanchè: due pesi e due misure?

Durante l’intervista, la giornalista Maria Latella ha sollevato un altro punto delicato: il caso di Daniela Santanchè. La ministra del Turismo è stata rinviata a giudizio per truffa ai danni dello Stato, e l’opposizione ne chiede da tempo le dimissioni. “Non doveva nemmeno essere nominata ministra,” ha affermato Appendino, “perché era in palese conflitto di interesse con la questione dei balneari. E ora è sotto processo per truffa ai danni dello Stato, dopo aver mentito al Senato.”

Latella ha incalzato l’ex sindaca di Torino, ricordandole che anche lei è stata condannata in appello per i tragici fatti di Piazza San Carlo nel 2017. Ma Appendino ha respinto il paragone: “La mia condanna riguarda un tema amministrativo, non una truffa allo Stato. E comunque i sindaci italiani chiedono da anni di rivedere la normativa per evitare di essere colpiti ingiustamente. Meloni avrebbe fatto meglio a occuparsi di questo, invece di attaccarmi personalmente.”

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Un governo in crisi di credibilità?

Le dichiarazioni di Chiara Appendino sono solo l’ultimo segnale di un crescente scontro politico tra governo e opposizione. Il caso Almasri, la gestione dell’immigrazione, e il tema della trasparenza istituzionale stanno diventando sempre più centrali nel dibattito pubblico.

La premier Meloni, per ora, non ha risposto direttamente alle accuse dell’esponente M5S, ma il suo governo appare sotto pressione. L’opposizione, dal Partito Democratico ai Cinque Stelle, sta cercando di capitalizzare su queste crisi, mentre la maggioranza tenta di difendersi parlando di “attacchi strumentali”.

Quel che è certo è che il 2025 si apre con un clima politico rovente. E mentre il governo cerca di mantenere il controllo della situazione, le domande dell’opposizione restano ancora senza risposta.
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