La politica italiana si infiamma ancora una volta attorno alla gestione dell’immigrazione e agli accordi internazionali del governo Meloni. Durante un acceso confronto televisivo a Cinque Minuti su RaiUno, la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, ha messo in seria difficoltà Giovanni Donzelli, esponente di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir. Il tema del dibattito? Il caso Mohammed Almasri, il criminale libico accusato di torture, stupri e crimini contro l’umanità, rilasciato dall’Italia e rimandato in patria.
La vicenda, già al centro di una forte polemica politica, ha visto Appendino incalzare Donzelli con domande dirette e senza filtri, costringendolo a difendere le azioni del governo. Il risultato? Un evidente imbarazzo dell’esponente meloniano, che ha faticato a fornire risposte convincenti.
Chi è Mohammed Almasri e perché è al centro dello scandalo?
Almasri è un noto criminale libico, ritenuto responsabile di gravi crimini contro i migranti nei centri di detenzione libici. È accusato di torture, omicidi e stupri su donne e bambini, oltre ad avere legami con gruppi armati coinvolti nel traffico di esseri umani. La sua detenzione in Italia era legata a un mandato di cattura internazionale, ma il governo italiano ha deciso di scarcerarlo e rimandarlo in Libia, suscitando indignazione da parte dell’opposizione.
La decisione ha sollevato forti interrogativi: perché il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ha emesso un nuovo mandato d’arresto? Perché è stato rimandato in Libia invece di essere processato in Italia? La questione ha aperto un vaso di Pandora, mettendo il governo Meloni sotto accusa.
Appendino: “Meloni ha fatto un patto con un criminale”
Durante il dibattito televisivo, Appendino ha sferrato un attacco durissimo:
> “Questo governo deve raccontare la verità agli italiani. Anziché cercare un nemico e prendersela con i giudici, dovete spiegarci perché il ministro Nordio ha scarcerato questa persona. Perché non ha emesso un nuovo mandato d’arresto? Perché l’ha rimandato in patria? Di questo dovete rispondere.”
Ma il punto più infuocato del suo intervento arriva quando svela ciò che, secondo il Movimento 5 Stelle, sarebbe la vera strategia del governo Meloni sull’immigrazione: non bloccare le navi in mare, non costruire centri in Albania, ma scendere a patti con criminali come Almasri per fermare i flussi migratori.
“Il blocco navale di cui parlavate non era fermare le navi in mare, non era usare i centri che avete costruito in Albania spendendo miliardi di euro degli italiani. Sapete cos’era? Era fare accordi proprio con i trafficanti per non far partire i migranti, e tra questi c’era un torturatore e stupratore di bambini. Io penso che sia una vergogna e di questo voi dovete rispondere.”
Una dichiarazione esplosiva, che ha lasciato Donzelli visibilmente in difficoltà. L’esponente di Fratelli d’Italia ha tentato di difendere il governo, affermando che l’Italia sta gestendo l’immigrazione in modo responsabile, ma le sue risposte sono apparse deboli di fronte alla durezza delle accuse.
Donzelli nel caos? Il governo Meloni sotto assedio
Mentre Appendino incalzava con domande sempre più stringenti, Donzelli ha tentato di deviare il discorso parlando delle politiche migratorie generali e attaccando le opposizioni per le loro posizioni ambigue sull’immigrazione. Ma il pubblico a casa ha potuto percepire la difficoltà dell’esponente meloniano a rispondere nel merito della questione.
L’ex sindaca di Torino ha quindi affondato il colpo finale:
> “Ammettetelo: Giorgia Meloni ha stretto un accordo con un criminale internazionale. È questo il vostro modello di gestione dell’immigrazione? Se davvero volete combattere l’immigrazione irregolare, perché vi siete accordati con uno dei peggiori trafficanti di esseri umani?”
Silenzio in studio. Donzelli ha provato a rispondere parlando di strategie diplomatiche, ma ormai il danno era fatto. Il confronto si è chiuso con un evidente squilibrio: Appendino ha dominato la scena, mentre Donzelli è apparso in difficoltà, senza argomenti solidi per ribattere.
Il caso Almasri si trasforma in un boomerang per Meloni
Le accuse di Appendino non sono passate inosservate. Il caso Almasri sta diventando un problema politico di grande rilevanza per il governo Meloni, che ora deve spiegare perché ha rimandato in patria un criminale internazionale invece di trattenerlo e processarlo in Italia.
Nel frattempo, le opposizioni chiedono chiarezza. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle stanno preparando interrogazioni parlamentari per ottenere risposte ufficiali, mentre i giornali d’opposizione parlano già di “scandalo Almasri”.
Il rischio per il governo è che questo episodio si trasformi in un boomerang politico: da una parte, Meloni e il suo esecutivo si sono sempre presentati come i paladini della lotta all’immigrazione clandestina e ai trafficanti di uomini; dall’altra, ora vengono accusati di aver stretto accordi con uno dei peggiori criminali del Nord Africa.
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Meloni sotto ricatto di un criminale?
Appendino ha rincarato la dose anche sui social, scrivendo un post al vetriolo:
> “Giorgia Meloni fa la vittima e grida al complotto perché il governo è con le spalle al muro sul caso Almasri. Si sono contraddetti più volte e hanno mentito spudoratamente per non dire agli italiani la verità: abbiamo una Presidente del Consiglio sotto ricatto di un criminale, un torturatore, omicida e stupratore di bambini. Ora abbiamo finalmente capito che la loro soluzione sui migranti non era bloccare le navi in mare o l’inutile e costoso centro in Albania, ma scendere a patti con un ricercato per crimini contro l’umanità. Avessero almeno il coraggio di dirlo.”
Un’accusa gravissima, che ha fatto scattare la reazione della maggioranza. Fratelli d’Italia e i suoi alleati difendono la premier, parlano di fake news e accusano l’opposizione di strumentalizzare la vicenda.
Conclusione: tempesta politica in arrivo?
Il caso Almasri potrebbe diventare un macigno per il governo Meloni, soprattutto se emergessero ulteriori dettagli sugli accordi tra l’Italia e la Libia. L’attacco frontale di Appendino ha aperto un nuovo fronte di scontro politico e costretto la maggioranza a difendersi da accuse pesantissime.
Resta da vedere se la premier riuscirà a reggere l’urto o se il Movimento 5 Stelle e le altre opposizioni continueranno a martellare su questo tema, trasformandolo in un problema serio per l’esecutivo.
Una cosa è certa: nel duello televisivo, Appendino ha asfaltato Donzelli. Ma la vera battaglia politica è appena iniziata.