Bersani contro la propaganda del “va tutto bene”: “La ruota non gira più” Video

Nel suo intervento a “In Altre Parole” del 14 giugno 2025, Pier Luigi Bersani smonta le narrazioni ottimistiche del governo Meloni e lancia un monito: “I profitti record delle banche non arrivano alla gente. E la ruota dell’economia si è fermata.”

 

La faccia di Giorgetti e i conti che non tornano

Pier Luigi Bersani, ospite della trasmissione “In Altre Parole” su La7, ha aperto il suo intervento commentando un dettaglio apparentemente secondario ma rivelatore: “Ecco, ma la faccia di Giorgetti… c’era qualcosa che non gli tornava.” Il riferimento è all’attuale Ministro dell’Economia e alle sue esitazioni di fronte ai numeri della finanza pubblica.

Secondo Bersani, non è vero che lo “spread” – il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi – sia sotto controllo grazie a politiche virtuose. “Lo spread sottile non vuol dire che stai meglio della Germania, vuol dire che non sei lontanissimo. Sei solo un po’ meno peggio di prima,” ha ironizzato l’ex segretario del PD.

Il contesto europeo non è dei più rassicuranti: “In Germania, per la prima volta nella storia, si è aperto il canale del debito. Anche questo non può non avere un effetto sui titoli.” Tradotto: ciò che accade nei conti tedeschi influenza inevitabilmente anche l’Italia, smascherando la narrazione trionfalistica della maggioranza.

La politica estera come diversivo

Bersani ha poi puntato il dito contro la strategia comunicativa del governo Meloni, accusata di riempire i telegiornali con “una cosiddetta politica estera, peraltro inesistente”, nel tentativo di sviare l’attenzione dai temi concreti che toccano la vita quotidiana degli italiani: “salari, sanità, bollette”.

Una strategia mediatica che, secondo Bersani, mira a coprire i reali fallimenti di questi due anni e mezzo di governo. “Bisogna chiedersi: dove sono andati i soldi?”, si chiede l’ex ministro, innescando un’analisi serrata.

Salari in calo, consumi in crisi

La risposta non lascia spazio a dubbi. “Non sono andati ai salari, che sono almeno all’otto per cento in meno della capacità d’acquisto rispetto al 2021. E i consumi calano.” Né sono andati agli investimenti delle imprese: “Abbiamo un calo anche lì.”

Dunque, dove sono finiti i fondi pubblici, i vantaggi fiscali, i margini di spesa? Basta – suggerisce Bersani – aprire le pagine economiche dei giornali, osservare con attenzione i bilanci trimestrali delle grandi aziende.

 

Profitti record per banche e grandi società

“Negli ultimi mesi, vengono fuori i bilanci di banche, assicurazioni, grandi società di servizi. E cosa si legge? Record storico di profitti.” Un dato che per Bersani è emblematico di un sistema economico che ha smesso di distribuire ricchezza in modo equo.

“Le banche devono guadagnare, le assicurazioni devono guadagnare, tutti devono guadagnare il giusto. Ma quando si esagera, i soldi vanno lì e cascano sugli azionisti, non tornano nelle tasche di chi deve consumare.”

Quello che ne deriva è un paradosso: l’economia sembra crescere, ma non porta benefici reali alla popolazione. “Sono rendite finanziarie che non fanno girare la ruota. La ruota non gira più.”

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Conclusione: una politica che non distribuisce

Il discorso di Bersani è una denuncia precisa di una politica economica che concentra la ricchezza anziché distribuirla, che ignora le difficoltà quotidiane della popolazione per rifugiarsi in slogan e narrazioni. E il rischio, conclude, è che a forza di raccontare che tutto va bene, si finisca col non vedere che tutto si sta fermando.
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