Pier Luigi Bersani non trattiene la rabbia e, ospite di Otto e Mezzo su La7, lancia un j’accuse durissimo contro il governo Meloni, colpevole – a suo dire – di aver votato contro la proposta europea di rivedere gli accordi con Israele in risposta alla crisi umanitaria a Gaza. “Volete farci vergognare di essere italiani?” ha tuonato l’ex ministro, indignato per la posizione assunta dall’Italia nel contesto europeo.
Il caso: l’Italia vota contro la revisione degli accordi UE-Israele
La scintilla che accende lo scontro politico arriva da Bruxelles: 17 Paesi europei hanno avviato una procedura per rivedere i rapporti commerciali, scientifici e culturali tra l’Unione Europea e Israele, in seguito alle accuse di violazione del diritto internazionale e alle crescenti denunce di crimini di guerra a Gaza.
L’Italia si è schierata contro, votando NO alla proposta, una scelta che ha subito attirato critiche durissime non solo dall’opposizione, ma anche da parte di numerosi osservatori internazionali. Secondo Bersani, questo voto rappresenta una rottura con la tradizione diplomatica italiana, da sempre impegnata nel dialogo e nella mediazione tra israeliani e palestinesi.
Bersani: “Meloni segue le destre mondiali, non la storia italiana”
“Questa va a passettini dove si muove Trump e dove si muovono le destre mondiali – ha dichiarato Bersani riferendosi alla premier Meloni – ma noi nella storia della diplomazia italiana avevamo un altro profilo. Parlare con palestinesi e israeliani era il nostro modo per costruire pace, non per alimentare tensioni”.
Il riferimento al modello diplomatico del passato è chiaro: l’ex segretario del Partito Democratico rimprovera al governo di aver abbandonato ogni tentativo di equilibrio, preferendo l’allineamento con le posizioni più rigide della destra internazionale, anziché farsi interprete del sentimento di pace e giustizia espresso da una larga parte dell’opinione pubblica europea.
Gaza: la strage continua, l’Europa si muove (tardi)
Bersani ha sottolineato come il contesto internazionale stia finalmente reagendo: “Sta succedendo qualcosa – ha detto – e si intravede una possibilità, anche se vergognosamente tardiva, di cambiamento. Nell’opinione pubblica mondiale cresce la consapevolezza che ci troviamo davanti a una strage di innocenti”.
Il messaggio è chiaro: denunciare i crimini di guerra di Israele non equivale a sostenere Hamas né a essere antisemiti. Bersani chiede che il governo italiano si allinei a questo principio fondamentale e che si ponga fine alla narrazione secondo cui la critica a Tel Aviv debba essere automaticamente delegittimata.
Un attacco diretto alla premier
Il tono del politico emiliano si è fatto sempre più acceso nel corso dell’intervista, culminando nella frase: “Ma vuoi farci vergognare di essere italiani? Vuoi sentire l’opinione pubblica italiana? Non vuoi interpretarla?”. È un colpo frontale a Giorgia Meloni, accusata di agire senza mandato morale, ignorando il sentire comune di gran parte del Paese.
L’intervento ha fatto rapidamente il giro del web, alimentando un acceso dibattito anche tra gli stessi elettori di centrodestra, alcuni dei quali criticano la decisione italiana di isolarsi nel contesto europeo su una questione così delicata.
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.
Leggi anche

M5S denuncia il vuoto parlamentare: “Solo quattro ore di Aula, la Camera è mor…” – VIDEO
Roma, 17 giugno 2025 – La deputata del Movimento 5 Stelle, Valentina D’Orso, ha acceso i riflettori sullo stato di
Conclusioni: un’Italia sempre più isolata?
La denuncia di Bersani riapre il dibattito sul ruolo internazionale dell’Italia e sulla direzione assunta dal governo in politica estera. L’appoggio incondizionato a Israele, pur in presenza di gravi denunce umanitarie, potrebbe costare caro in termini di credibilità, soprattutto ora che l’Unione Europea inizia a muoversi – seppur lentamente – verso una posizione più critica.
In questo contesto, l’intervento di Bersani non è solo lo sfogo di un esponente dell’opposizione, ma il segnale di una frattura crescente tra le scelte dell’esecutivo e la coscienza civile di una parte importante del Paese. Un Paese che, come ricorda l’ex ministro, ha sempre cercato la pace. E oggi sembra invece silenzioso, o peggio, complice.
VIDEO: