Bufera su Salvini: I soldi del Pnrr destinati alle strade provinciali sono finiti invece… – ULTIM’ORA

La gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza torna al centro dello scontro politico. Stavolta è la Sicilia a fare le spese della rimodulazione dei fondi: secondo le ultime decisioni del Consiglio dei Ministri, una parte rilevante delle risorse destinate alle infrastrutture dell’isola – in particolare alla tratta Palermo-Catania – verrà dirottata altrove. Nel mirino, ancora una volta, c’è il Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, e oggetto di pesanti critiche da parte di opposizione, sindacati e società civile.

Il caso: stop al treno veloce Palermo-Catania
Doveva essere una delle opere simbolo della rinascita siciliana, ma il collegamento ferroviario veloce tra Palermo e Catania non vedrà la luce nei tempi previsti dal Pnrr. L’obiettivo era completarlo entro giugno 2026, ma i ritardi esecutivi e una revisione della spesa da parte del governo hanno compromesso l’intero cronoprogramma. I fondi stanziati – spiegano le fonti governative – verranno spostati su tratte e territori “più pronti”, lasciando la Sicilia indietro.

Barbagallo (PD): “Schifani si assuma le sue responsabilità”
Il primo a intervenire è Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd Sicilia, che accusa frontalmente il presidente della Regione, Renato Schifani:

“Invece di convocare tardivamente i direttori generali accusati dei ritardi, dovrebbe ammettere le sue responsabilità. I fondi Pnrr sono stati dirottati su altre regioni a causa dell’inefficienza della Sicilia. Un fallimento clamoroso”.

Barbagallo punta il dito anche contro la gestione clientelare della burocrazia regionale:

“I dirigenti sono stati scelti in base a spartizioni politiche. Intanto Schifani è stato rapidissimo solo nel gonfiare l’organico dell’Ufficio Cerimoniale, passato da 24 a oltre 100 dipendenti. Pompose cerimonie, ma il nulla sotto vuoto spinto per i siciliani”.

Salvini sotto accusa: “Dirottati fondi Pnrr sul Ponte”
L’immagine diffusa con Salvini sorridente e la scritta “Il governo dirotta il 70% dei fondi Pnrr per le strade provinciali sul Ponte sullo Stretto” è diventata virale. Le reazioni non si sono fatte attendere. Il senatore Pietro Lorefice (M5S) ha denunciato:

“Tentare di aggirare le norme antimafia per agevolare i lavori del Ponte è stato un atto gravissimo. La legalità non si tocca. Salvini si scusi con i cittadini onesti”.

La revoca della deroga sui controlli antimafia da parte del presidente Mattarella è stata letta come una sonora bocciatura della gestione Salvini.

Schillaci (M5S): “Sicilia affonda, è l’ennesima vergogna”
Durissima anche la vicecapogruppo M5S all’ARS, Roberta Schillaci, che accusa:

“Mentre la sanità boccheggia e il lavoro è precario, questo governo regionale si guarda l’ombelico. È indecente. I fondi per la Palermo-Catania sono stati tagliati e dirottati. La Regione è immobile da mesi: non nomina nemmeno il nuovo direttore generale dell’Asp di Palermo”.

Ketty Damante (M5S): “Alta velocità? Alta incapacità”
Anche da Roma arriva la voce della senatrice Ketty Damante (M5S), membro della Commissione Bilancio:

“Dimenticatevi il treno veloce Palermo-Catania. I geni dell’economia del governo hanno tagliato 37 km di ferrovia. Tutto per favoleggiare su un ponte che non serve. I fondi Pnrr saranno spostati e a pagare sarà la Sicilia”.

Marano (M5S): “Beffa intollerabile, qualcuno dovrà rispondere”
Dalla commissione Territorio all’Ars, Jose Marano (M5S) parla di “gestione approssimativa e fallimentare”:

“Non è con queste scelte che si garantisce il diritto alla mobilità. Qualcuno dovrà rispondere politicamente e amministrativamente. I siciliani meritano chiarezza”.

Secondo Marano, le giustificazioni riportate – come siccità e carenza di manodopera – sono inaccettabili. “È solo l’ennesima scusa per coprire un disastro annunciato”.

CGIL: “Salvini è il ministro del non fare”
Infine, anche i sindacati intervengono. Pino Gesmundo, segretario confederale della Cgil, afferma:

“Salvini è più il ministro del non fare che del fare. Se avesse dedicato più attenzione al Pnrr anziché forzare sul Ponte, il Paese ne avrebbe beneficiato. L’elenco dei ritardi è lunghissimo, e l’AV Palermo-Catania è solo l’ultimo caso”.

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Conclusioni: una frattura tra governo e territori
Il caso del treno veloce Palermo-Catania e il dirottamento dei fondi sul Ponte sullo Stretto aprono una frattura politica profonda tra il governo nazionale e le regioni del Sud, in particolare la Sicilia. Il governo Meloni e Salvini vengono accusati di privilegiare scelte ideologiche e simboliche, sacrificando opere concrete e urgenti. La Sicilia resta al palo, con i cantieri bloccati e il diritto alla mobilità negato.

Una crisi politica e amministrativa che rischia di esplodere nei prossimi mesi, proprio mentre l’Italia si gioca la credibilità europea sulla spesa del Pnrr.

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