Il Ponte sullo Stretto di Messina è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico italiano, suscitando opinioni contrastanti e numerose perplessità. Nonostante i proclami e le promesse del governo Meloni e del ministro Matteo Salvini, il progetto sembra navigare in acque torbide. Ad oggi, sono stati stanziati 13,5 miliardi di euro per un’opera che non possiede ancora un progetto definitivo. Le critiche arrivano da più fronti, inclusi il Movimento 5 Stelle (M5S) e diversi esperti di trasporti, che mettono in discussione la necessità, la sostenibilità e la fattibilità del progetto.
Un Progetto in Stallo e l’Accusa del M5S
Agostino Santillo, vicecapogruppo del M5S alla Camera dei Deputati, ha recentemente denunciato su Facebook la mancanza di trasparenza e concretezza del progetto. “Salvini aveva promesso l’apertura del cantiere entro dicembre. Prendiamo atto che sul Ponte sullo Stretto, ad oggi, non esiste nemmeno un progetto definitivo”, ha dichiarato. Santillo ha sottolineato come il governo stia impegnando risorse pubbliche senza un chiaro piano economico e tecnico, arrecando così un potenziale danno al Paese.
Il vicecapogruppo ha inoltre criticato il mancato esame di alternative più praticabili, come il potenziamento del trasporto dinamico (navi e traghetti) tra la Sicilia e il continente. Tale soluzione, definita “scenario 0”, avrebbe consentito di migliorare i collegamenti senza i rischi legati a un’infrastruttura statica in una zona sismica.
Il Nodo del Gigantismo Navale
Uno degli argomenti più controversi riguarda l’impatto del ponte sul traffico marittimo. Con il crescente gigantismo navale – ossia l’utilizzo di navi sempre più grandi per il trasporto di merci – molti esperti temono che il ponte possa diventare un ostacolo per le rotte commerciali. Alcune delle navi più grandi attualmente in uso potrebbero non riuscire a transitare sotto la struttura, portando le compagnie di trasporto a preferire rotte alternative. Ciò rappresenterebbe un duro colpo per i porti italiani, che rischierebbero di perdere competitività a favore di altre infrastrutture nel Mediterraneo.
Un Progetto in Zona Sismica
La costruzione di un ponte di tali dimensioni in un’area notoriamente sismica, come lo Stretto di Messina, pone ulteriori interrogativi. La faglia geologica sottostante rappresenta una sfida tecnica enorme, sollevando dubbi sulla sicurezza e sulla durata dell’opera. Inoltre, i costi legati alla manutenzione e alla mitigazione dei rischi sismici potrebbero lievitare ulteriormente, rendendo il progetto ancor meno sostenibile dal punto di vista economico.
La Mancanza di una Valutazione Completa
Una delle critiche principali riguarda l’assenza di una valutazione completa degli scenari alternativi. Nonostante le numerose relazioni tecniche prodotte nel corso degli anni, non esiste ancora un’analisi dettagliata sui costi e i benefici del ponte rispetto a soluzioni più flessibili. Ciò lascia spazio a molte incertezze, inclusa la stima finale dei costi complessivi e l’effettivo impatto economico.
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Il Ponte sullo Stretto rimane un simbolo delle promesse irrealizzate della politica italiana. Tra annunci altisonanti e una mancanza di basi tecniche solide, il progetto continua a suscitare perplessità e divisioni. In un contesto economico delicato, investire miliardi di euro in un’opera non ancora definita appare rischioso. Come sottolineato dai critici, sarebbe forse più prudente rivalutare le priorità infrastrutturali del Paese, concentrandosi su soluzioni dinamiche e sostenibili piuttosto che su un’opera faraonica dalle fondamenta fragili.
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