Caso Todde: La presidente della Sardegna contesta la decadenza – Ecco perché – VIDEO

Un attacco frontale: difesa della volontà popolare e critica al sistema politico

Un lungo elenco di risultati raggiunti in soli nove mesi di governo regionale. Così la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha aperto la sua replica nel dibattito sull’ordinanza-ingiunzione di decadenza emessa dal collegio elettorale della Corte d’Appello di Cagliari. Un intervento che è andato ben oltre la mera difesa personale, trasformandosi in un’accusa serrata contro coloro che, secondo la governatrice, vorrebbero invalidare la volontà degli elettori per mere manovre politiche.

Todde ha passato in rassegna i principali provvedimenti adottati dalla sua giunta: dallo scontro con lo Stato sull’autonomia differenziata alla controversa norma sulle aree idonee per gli impianti di energia rinnovabile, fino alle 170 delibere in ambito sanitario e ai contributi stanziati per il territorio. Un’azione di governo, secondo la presidente, solida e concreta, oggi minacciata da un provvedimento che rischia di spazzare via il lavoro svolto e di tradire il mandato popolare.

Il caso della decadenza: accuse di incoerenza e battaglia per la democrazia regionale

Ma l’intervento di Todde non si è limitato a una rivendicazione dei successi della sua giunta. Con toni decisi, ha attaccato quelli che definisce i fautori della sua decadenza, mettendo in luce, secondo lei, le contraddizioni di chi la accusa oggi, ma in passato ha difeso situazioni ben più gravi.

“Coloro che difendono a spada tratta una ministra rinviata a giudizio dal Tribunale per falso in bilancio e truffa allo Stato – ha detto Todde – oggi attaccano senza remore la magistratura e chiedono le mie dimissioni per una bolletta della luce da 153 euro, pagata con i miei soldi e non con quelli della campagna elettorale”. Un paragone che punta a evidenziare la sproporzione tra le accuse a lei rivolte e le condotte di alcuni suoi avversari politici.

Todde ha poi puntato il dito contro un presunto doppio standard nella valutazione della legittimità delle cariche elettive: “Gli stessi che oggi gridano alla mia decadenza, in televisione e sui giornali, sono coloro che, in giunta per le elezioni alla Camera dei Deputati, alterano retroattivamente i meccanismi di validazione delle schede elettorali con emendamenti a loro firma, facendo decadere un parlamentare legittimamente eletto in favore di un candidato della loro stessa appartenenza politica”. Un’accusa pesante, che chiama in causa la trasparenza dei processi decisionali a livello nazionale.

Attacchi personali e violazione della privacy: “Hanno importunato mia madre 87enne”

Ma la battaglia della presidente della Sardegna non si ferma alla sfera politica. Todde ha denunciato episodi di invasione della sua vita privata e di persecuzione nei confronti della sua famiglia: “Alcuni giornalisti si sono presentati a casa di mia madre ottantasettenne, importunandola, perché il mio indirizzo di casa è stato illegalmente reso pubblico da giustizieri di memoria corta”. Un episodio che ha voluto evidenziare per mostrare il clima di pressione e intimidazione che, a suo dire, starebbe subendo.

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Una questione di principio: “Farei la stessa battaglia anche dall’opposizione”

Il punto centrale dell’intervento di Todde, tuttavia, è stato il principio su cui fonda la sua resistenza: non si tratta di un problema personale, ma di una questione istituzionale e democratica. “Se questa fosse solo una vicenda personale, mi limiterei a difendermi nei contesti opportuni e a portare lì le mie ragioni”, ha affermato la presidente. “Ma un provvedimento di un’amministrazione statale che, con un’ingerenza nelle attribuzioni della nostra Regione, chiede la decadenza del presidente della Regione, decretando così la fine di una legislatura e cancellando la volontà dei cittadini sardi, non è una questione personale”.

Concludendo il suo intervento, Todde ha ribadito la sua posizione con fermezza: “Farei la stessa battaglia e lo stesso intervento se fossi seduta nei banchi dell’opposizione”. Un’affermazione che vuole sottolineare come la sua difesa non sia legata alla sua persona, ma a un principio più ampio di tutela della democrazia e dell’autonomia regionale.

Uno scontro istituzionale che segna la politica sarda

La vicenda Todde si sta trasformando in un caso politico nazionale, mettendo in evidenza le tensioni tra il governo regionale e le istituzioni centrali. La presidente della Sardegna appare determinata a non cedere, rivendicando il diritto di portare avanti il mandato affidatole dagli elettori. Nei prossimi giorni si capirà quale sarà l’esito dello scontro, ma una cosa è certa: la battaglia per la decadenza della governatrice ha acceso il dibattito politico sardo e nazionale, e difficilmente si spegnerà presto.
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