Una scena potente davanti allo stabilimento Stellantis di Mirafiori: Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, circondato da lavoratori preoccupati, ha lanciato un durissimo attacco al governo Meloni e alle recenti decisioni europee sul riarmo. Con tono accorato e determinato, ha denunciato ciò che definisce una “trappola per l’Italia”: il piano europeo da 800 miliardi di euro per il riarmo, firmato anche dal governo italiano.
“Il governo Meloni ha sottoscritto un piano folle, mentre noi stiamo tagliando sanità, scuola, istruzione e spesa sociale. È inaccettabile! Noi siamo qui per difendere il lavoro e l’industria italiana, non per piegarci alla corsa agli armamenti”, ha dichiarato Conte.
Torino, 21 marzo 2025 – Davanti ai cancelli dello storico stabilimento Fiat di Mirafiori, Giuseppe Conte lancia un messaggio forte e drammatico: la crisi dell’industria italiana è ormai fuori controllo e l’Europa rischia di scommettere tutto sul riarmo, lasciando indietro lavoratori, sanità e scuola. Una denuncia politica con un obiettivo preciso: creare un’alternativa concreta prima che sia troppo tardi.
Mirafiori come simbolo del declino industriale
“Siamo con i lavoratori di Mirafiori, in profonda sofferenza, come tanti in Italia e in Europa” – così ha esordito il presidente del Movimento 5 Stelle davanti allo stabilimento torinese, epicentro della crisi dell’automotive nazionale. “La produzione industriale è crollata, siamo tornati ai livelli della pandemia, e il governo resta a guardare, senza alcuna misura concreta”.
Per Conte, la situazione di Mirafiori rappresenta un paradigma più ampio: quello di un Paese che rischia di perdere il suo tessuto produttivo sotto l’indifferenza delle istituzioni.
Il piano ReArmEU: “Una follia scritta a Berlino”
Ma il vero bersaglio politico della giornata è il piano europeo di riarmo da 800 miliardi, approvato al Consiglio europeo con il sì del governo Meloni. Secondo Conte, questo piano non solo è sproporzionato, ma risponde agli interessi della Germania e di pochi altri Paesi: “È il piano che voleva Berlino – ha detto – e noi glielo abbiamo servito su un piatto d’argento, con soldi e strumenti europei”.
Una manovra che, secondo l’ex premier, rischia di spaccare l’Unione Europea e far deragliare l’Italia: “Senza spazio fiscale, butteremo miliardi nelle armi, mentre taglieremo sanità, scuola, spesa sociale. Saremo sempre più marginali, a rimorchio degli interessi altrui”.
La proposta: “Un nuovo fondo SURE da 100 miliardi”
Conte non si limita alla critica, ma propone una via d’uscita: “Ho scritto a Ursula von der Leyen per chiedere un nuovo fondo SURE da almeno 100 miliardi”. Questo strumento, già usato durante la pandemia, servirebbe a sostenere il settore dell’automotive e a finanziare una riconversione industriale orientata all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità.
“Non possiamo più permetterci investimenti che non creino lavoro. La transizione deve garantire occupazione e protezione sociale. Il nostro piano c’è, ora tocca all’Europa e al governo italiano fare la loro parte”.
Fratoianni: “Da qui parte l’alternativa”
Accanto a Conte, anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha preso la parola davanti ai cancelli di Mirafiori: “Siamo qui per costruire un’alternativa concreta, giorno dopo giorno, partendo dai diritti, dalla democrazia e dai valori dell’antifascismo”.
Una presenza che suggella la volontà dei due schieramenti progressisti di costruire un fronte comune in vista delle elezioni europee e per contrastare l’attuale deriva politica nazionale.
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L’incontro a Mirafiori non è stato solo una protesta, ma un chiaro segnale politico. La scelta, secondo Conte, è tra una corsa al riarmo che arricchirà pochi e un piano di rinascita industriale e sociale che salvi il futuro di molti.
“L’Italia ha bisogno di una visione, non di servire piani scritti altrove. Se continuiamo così, resteremo indietro su tutto”, ha concluso.
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