Conte durissimo faccia a faccia con Crosetto e Tajani: “Stete prendendo in giro gli…” IL VIDEO

Roma, 3 luglio 2025 — Giuseppe Conte va all’assalto del governo e lo fa con un intervento durissimo nelle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, durante l’informativa dei ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto sugli esiti del Vertice Nato dell’Aia. Il presidente del Movimento 5 Stelle non usa giri di parole: accusa il governo di “sudditanza totale” agli interessi militari internazionali e di “prendere in giro gli italiani” sulle conseguenze economiche di tali scelte.

Welfare sotto attacco: “Aumentate le pensioni di 1,80 euro e tagliate la sanità”

Nel mirino di Conte c’è il recente impegno dell’Italia in sede Nato, dove il governo ha sottoscritto un aumento delle spese militari fino al 5% del Pil. “Venite qui a raccontarci che non ci saranno conseguenze per il nostro welfare”, attacca Conte con tono sferzante, rivolgendosi direttamente ai ministri Tajani e Crosetto.

“Ma perché prendete in giro gli italiani?”, tuona l’ex premier. “Com’è possibile dire che non ci saranno conseguenze, se abbiamo pensioni minime aumentate di soli 1,80 euro? Se abbiamo de-finanziato, come non accadeva da 17 anni, la sanità pubblica? Se abbiamo 5 milioni e 700mila poveri nel Paese?”

Per Conte, la manovra del governo è chiara: si finanzia la corsa agli armamenti, mentre si abbandonano i cittadini in difficoltà. “È inaccettabile”, scandisce, definendo “un insulto” la narrazione secondo cui le spese militari non impatteranno su pensioni, sanità e servizi essenziali.

Gaza, parole di fuoco: “Non è un errore, è genocidio”

Ma non è solo il tema economico a scaldare gli animi. Conte incalza il ministro degli Esteri anche sulla crisi mediorientale. “Quando lei parla di Gaza, sembra il rappresentante di una Ong”, attacca rivolgendosi direttamente a Tajani, criticando la posizione giudicata troppo “morbida” del governo italiano rispetto agli alleati israeliani.

“Noi facciamo politica. Gli alleati che sbagliano vanno condannati. Quello che sta avvenendo a Gaza non è un errore, è uno sterminio sistematico. Io lo chiamo genocidio”, afferma senza esitazioni.

Un’accusa gravissima, che segna un ulteriore strappo tra il Movimento 5 Stelle e il governo sulla politica estera, con Conte che ribadisce la necessità di “non chiudere gli occhi di fronte ai crimini, anche quando a commetterli sono Paesi amici o alleati”.

Meloni sotto accusa: “Firma il riarmo in un’ora. Che patriottismo è questo?”

Conte infine attacca frontalmente la premier Giorgia Meloni e il suo ruolo nei vertici internazionali. Secondo il leader pentastellato, la presidente del Consiglio “in un’oretta di Consiglio europeo” avrebbe firmato “un piano di riarmo da 800 miliardi” che, a suo giudizio, “scardina il mercato comune europeo” e “consente che siano inclusi anche i fondi di coesione” nel finanziamento delle spese militari.

“Ma con quale coraggio vi definite statisti?”, incalza Conte. “Ma che patriottismo è questo? Noi siamo patrioti veri, vogliamo la difesa comune europea, non questa sudditanza cieca e insensata”.

L’ex premier critica il governo per aver accettato senza riserve le richieste della Nato, sacrificando — a suo dire — la sovranità e l’interesse nazionale. “Non ho capito quale sia il vostro risultato concreto, se non quello di sottoscrivere, in piena sudditanza, tutto ciò che viene proposto ai vertici internazionali”, conclude con tono amaro.

Clima rovente in Parlamento

L’intervento di Conte segna uno dei momenti più tesi della discussione parlamentare su difesa e politica estera, con una netta contrapposizione tra il governo e le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle.

Il governo, finora, ha difeso la propria linea, sostenendo che l’aumento della spesa militare sia “necessario” per rafforzare la sicurezza nazionale e la posizione dell’Italia nel contesto internazionale, senza intaccare il welfare. Ma il leader M5S non ci sta e promette battaglia.

Il braccio di ferro, insomma, è appena iniziato. E il clima, nelle aule parlamentari, si fa sempre più infuocato.

L’intervento di Giuseppe Conte ha riacceso lo scontro in Parlamento, portando al centro del dibattito una questione che va ben oltre la politica estera e la difesa: quale prezzo l’Italia è disposta a pagare per il proprio ruolo nello scacchiere internazionale?

Da un lato, il governo difende le scelte compiute in sede Nato e nei vertici europei, sostenendo che la sicurezza collettiva richieda investimenti crescenti nella difesa, senza sacrificare pensioni, sanità o servizi sociali. Dall’altro, Conte ribadisce con forza una visione opposta: secondo il leader M5S, il governo sta barattando il benessere degli italiani in cambio di una “sudditanza” agli interessi militari di altri Paesi, con un costo sociale insostenibile.

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Dietro questo scontro di visioni c’è una domanda chiave: sicurezza per chi e a quale prezzo?
Conte, con toni durissimi, ha tracciato una linea di demarcazione netta, mettendo sul banco degli imputati il governo Meloni per quella che definisce una “resa totale” su tutti i fronti — dal welfare ai diritti umani, fino alla sovranità economica europea.

La sua sfida è lanciata: il Movimento 5 Stelle intende fare di questi temi il perno della propria opposizione, portando avanti la battaglia dentro e fuori dal Parlamento.

E se il governo pensa di aver già chiuso la partita, il discorso di Conte dimostra che, in realtà, il confronto è appena cominciato. E sarà senza esclusione di colpi.

 

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