D’Agostino, la rivelazione shock Meloni: “La sua propaganda funziona perché dice le…” – VIDEO

Nel corso di una puntata di Otto e Mezzo, il giornalista e fondatore di Dagospia Roberto D’Agostino ha espresso un’opinione netta sulla comunicazione politica di Giorgia Meloni. Secondo lui, il successo della premier sarebbe dovuto alla sua capacità di creare narrazioni efficaci, anche quando queste non corrispondono alla realtà.

Il potere della narrazione politica

D’Agostino ha sottolineato come Meloni utilizzi una retorica capace di generare consenso tra gli elettori, sfruttando affermazioni che, pur non essendo veritiere, risultano estremamente persuasive. “La sua propaganda funziona perché dice le bugie e le dice bene”, ha dichiarato, facendo un parallelo con altri leader politici come Donald Trump e Silvio Berlusconi.

L’ex presidente degli Stati Uniti è stato citato come esempio di come la ripetizione di slogan e promesse grandiose, anche se irrealizzabili, possa rafforzare il consenso tra i sostenitori. Allo stesso modo, D’Agostino ha ricordato come Berlusconi, nel corso della sua carriera politica, abbia saputo costruire un immaginario basato su promesse come l’aumento delle pensioni a 1000 euro, che poi non si sono concretizzate su larga scala.

Bugie e propaganda: una strategia collaudata?

L’analisi di D’Agostino suggerisce che la manipolazione della realtà sia una tecnica consolidata nella politica, in Italia e all’estero. Secondo il giornalista, Meloni riesce a far percepire le sue dichiarazioni come verità assolute grazie a una comunicazione incisiva e a un linguaggio semplice ma d’impatto.

Il pubblico, sostiene D’Agostino, è spesso incline a credere a narrazioni semplificate e rassicuranti, soprattutto quando vengono ripetute con convinzione. Questo fenomeno, già osservato con Trump e Berlusconi, caratterizzerebbe anche la leadership della premier italiana, che punta su una comunicazione diretta ed emotiva per rafforzare il proprio consenso.

Reazioni e dibattito politico

Le parole di D’Agostino hanno suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, chi critica il governo ha colto l’occasione per ribadire l’importanza di smascherare la disinformazione nella politica. Dall’altro, i sostenitori di Meloni hanno respinto le accuse, difendendo la sua capacità di parlare direttamente ai cittadini senza i filtri imposti dai media tradizionali.

Il ruolo dei media nella costruzione del consenso

L’intervento di D’Agostino pone anche una questione più ampia: qual è il ruolo dei media nella diffusione delle narrazioni politiche? Se da un lato i giornalisti hanno il dovere di verificare le affermazioni dei politici, dall’altro devono confrontarsi con una realtà in cui i social media e gli algoritmi favoriscono messaggi semplici e immediati.

Nel caso di Meloni, la sua abilità comunicativa le ha permesso di costruire un’immagine di leader forte e coerente, capace di intercettare le preoccupazioni degli italiani e trasformarle in slogan politici efficaci. Tuttavia, D’Agostino avverte che questa strategia può basarsi su un uso strumentale della verità, creando un divario sempre più ampio tra la percezione pubblica e la realtà dei fatti.

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Conclusioni

Le dichiarazioni di Roberto D’Agostino a Otto e Mezzo aprono un dibattito più ampio sul ruolo della comunicazione politica e sull’impatto della propaganda nel consenso elettorale. La questione non riguarda solo Giorgia Meloni, ma più in generale la tendenza di molti leader a utilizzare la retorica per rafforzare il proprio potere.

Se la politica è sempre stata legata alla comunicazione, oggi più che mai diventa essenziale per gli elettori sviluppare un senso critico affinato, per distinguere tra slogan e realtà. La sfida, dunque, non è solo per i politici e i media, ma anche per il pubblico, che deve imparare a valutare in modo più approfondito le informazioni che riceve.
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