Martedì sera, durante un dibattito su La7, Alessandro Di Battista ha acceso la discussione politica con un intervento che non ha risparmiato critiche al governo, elencando una serie di dati allarmanti che mettono in luce le difficoltà economiche, sociali e infrastrutturali del Paese. Le sue dichiarazioni si sono concentrate su tre macrotemi: le pensioni, il crollo dell’industria italiana e i problemi infrastrutturali legati alla gestione delle opere pubbliche.
Pensioni: un sistema in crisi
Uno dei punti principali sollevati da Di Battista riguarda le pensioni. Ha evidenziato come, nei primi nove mesi del 2024, siano state erogate 304.463 nuove pensioni, di cui il 61,5% sono pensioni di vecchiaia applicate secondo le regole della legge Fornero. Questo dato conferma la rigidità del sistema previdenziale italiano, che si basa su una normativa percepita da molti come penalizzante per i lavoratori.
Di Battista ha poi sottolineato l’effetto della stretta sull’Opzione Donna, una misura che permetteva alle donne di accedere anticipatamente alla pensione. Nel 2023 erano state solo 2.749 le donne che hanno usufruito di questa opzione, un numero drasticamente ridotto rispetto agli anni precedenti. Nel 2024, con le ulteriori modifiche, il numero è sceso ancora, dimostrando che il governo ha “fatto cassa” sulle spalle delle pensioni femminili. “Questi sono dati incontrovertibili”, ha dichiarato l’ex deputato, evidenziando l’ingiustizia di un sistema che penalizza in particolare le donne.
Industria italiana: un settore in declino
Passando al settore industriale, Di Battista ha illustrato un quadro drammatico. Dal 1° febbraio 2023, l’industria italiana ha subito un calo costante, con il 13,8% in meno nella produzione di mezzi di trasporto e il 6,2% in meno nella produzione di macchinari e attrezzature.
Secondo l’analisi di Di Battista, questo crollo è strettamente legato alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina, che hanno avuto un impatto devastante sui costi di produzione e, di conseguenza, sulla competitività delle imprese italiane. “Stiamo vivendo una crisi che colpisce soprattutto le tasche dei cittadini e che ha radici profonde in scelte politiche internazionali sbagliate”, ha aggiunto, criticando la mancanza di una strategia energetica nazionale.
Infrastrutture e opere pubbliche: promesse non mantenute
Un altro tema scottante è stato quello delle infrastrutture, con un attacco diretto al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Di Battista ha ricordato le parole del ministro, che aveva promesso in Parlamento nel 2023 che “non ci sarebbero più stati ritardi” nella gestione delle opere pubbliche. Tuttavia, i fatti raccontano un’altra storia.
L’esempio del Ponte sullo Stretto di Messina è emblematico. Un’opera dal costo stimato di 30 miliardi di euro, che Di Battista ha definito “inutile, pericolosa e dannosa”. Ha sottolineato come la zona interessata dal progetto sia ad alto rischio sismico e che, in caso di terremoti devastanti, l’intera area circostante – comprese città come Reggio Calabria e Messina – sarebbe gravemente colpita. Piuttosto che investire in opere faraoniche, ha suggerito, sarebbe più urgente mettere in sicurezza il territorio, soprattutto alla luce delle tragedie recenti come quella del crollo del Ponte Morandi a Genova.
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Crisi energetica e silenzi imbarazzanti
Infine, l’ex deputato ha criticato la gestione della crisi energetica, evidenziando come il governo non abbia fatto abbastanza per alleviare il peso delle bollette e del caro carburante sui cittadini. “Andate a vedere quanto costa oggi fare il pieno in autostrada rispetto a un anno fa”, ha detto, lasciando intendere che il governo non ha rispettato le sue promesse elettorali.
Ha poi lanciato una stoccata alla politica estera italiana, accusando il governo di subordinazione agli interessi di potenze straniere. “Abbiamo un presidente di un paese straniero che detta tempi e risposte, mentre noi rimaniamo in silenzio, una vergogna che non possiamo più tollerare.”
Conclusione
Le parole di Di Battista su La7 hanno acceso un dibattito acceso e polarizzato. Da un lato, chi vede nelle sue denunce un’analisi puntuale delle criticità italiane; dall’altro, chi accusa l’ex deputato di demagogia e populismo. Tuttavia, i dati riportati restano difficilmente confutabili e rappresentano una sfida che il governo non può più ignorare. Di Battista ha lanciato un messaggio chiaro: è tempo di affrontare le questioni strutturali del Paese con serietà, lasciando da parte promesse vuote e retorica politica.
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