Dalla Fiera di Rho, in occasione del Salone del Mobile di Milano, Giuseppe Conte lancia un messaggio chiaro e duro al governo Meloni e all’Unione Europea: l’Italia deve reagire con fermezza all’ondata di dazi annunciata dagli Stati Uniti, difendendo le proprie eccellenze produttive. In una giornata densa di dichiarazioni e prese di posizione, il leader del Movimento 5 Stelle ha visitato gli stand dell’arredamento italiano, denunciando l’impreparazione del governo, il silenzio dell’Europa e la sudditanza nei confronti di Washington.
Difesa del Made in Italy: “Non lasciamo sole le nostre imprese”
“Sono qui per dare un grande gesto di solidarietà e attenzione a questo comparto produttivo, che per noi rappresenta un valore assoluto: design, eccellenza, qualità”. Con queste parole Conte ha aperto la sua visita al Salone del Mobile, lodando l’artigianalità e l’innovazione che rendono unica l’offerta italiana nel mondo. In un contesto dove l’export verso gli Stati Uniti rappresenta una quota significativa del fatturato del settore, l’eventualità di nuovi dazi viene vissuta con crescente preoccupazione dagli imprenditori.
L’attacco al governo Meloni: “Impreparati, in ritardo netto”
Conte non risparmia critiche al governo in carica: “Siamo arrivati tardi e impreparati. In 24 mesi di crollo della produzione industriale non si è fatto nulla per contenere il caro energia, le bollette, l’inflazione. E adesso ci troviamo scoperti davanti ai dazi”.
Il paragone con la Spagna è impietoso: “Mentre Meloni andava in TV a dire che non era un problema, Sanchez metteva 14 miliardi per le imprese. Noi invece ancora chiacchiere, nessuna misura concreta”. Un’accusa che evidenzia la mancanza di una strategia industriale organica da parte del governo italiano, secondo l’ex premier.
Nessun mandato europeo alla Meloni: “Non credo che l’Ue si affidi a un singolo leader”
Conte ha anche commentato il prossimo viaggio della premier Meloni a Washington, previsto per il 17 aprile, mettendo in dubbio che la presidente del Consiglio abbia ricevuto un mandato europeo per trattare con l’amministrazione Biden: “Chiedetelo a lei, io non credo. L’Europa non si affida a un singolo leader. Ridimensionerei questo aspetto”.
Più che una delega personale, per Conte serve una linea chiara da parte dell’intera Unione Europea: “Ora serve grande fermezza. Parliamo di controdazi, per non dire altro”.
Il nodo PNRR: “Doloroso smantellare fondi destinati a scuola e sanità”
A chi propone l’utilizzo dei fondi del PNRR per sostenere le imprese colpite dai dazi, Conte risponde con cautela: “Dire che prendiamo i soldi dal PNRR è facile, ma bisogna vedere cosa si va a smantellare. Non possiamo togliere fondi a sanità, scuole e infrastrutture”. Secondo il leader del M5S, prima di agire servono piani concreti e trasparenti, non soluzioni estemporanee: “Fin qui solo annunci, voglio vedere come saranno scritte queste misure”.
Un’Europa con la schiena dritta
Nel cuore del suo intervento c’è un richiamo forte alla dignità e all’autonomia dell’Europa e dell’Italia: “Serve un’Italia e un’Europa con la schiena dritta, capaci di negoziare in modo forte e risoluto, e di intervenire con un piano concreto di sostegno. Non possiamo lasciare le nostre eccellenze da sole a combattere contro una congiuntura internazionale così aggressiva”.
L’allusione alla subalternità italiana si fa più esplicita quando Conte, con tono ironico e amaro, commenta il rapporto tra Meloni e Biden: “I baci in testa di Biden alla Meloni li abbiamo già visti. Ma quello non è orgoglio nazionale, è sudditanza”. Una critica frontale che rilancia il Movimento 5 Stelle nel ruolo di forza di opposizione pronta a porsi come alternativa credibile.
L’alternativa progressista: “Delusi anche gli elettori del governo”
Infine, Conte guarda al futuro politico del Paese, ribadendo la volontà del M5S di costruire un’alternativa al governo Meloni: “Un’alternativa si costruisce sui contenuti, con le forze progressiste disponibili a lavorare insieme su un progetto concreto. Il governo sta deludendo persino i suoi stessi elettori. Noi dobbiamo essere pronti”.
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Conclusione
Dalla fiera dell’arredamento più prestigiosa d’Europa, Giuseppe Conte lancia un messaggio che va ben oltre il design: è il modello industriale e politico italiano ad avere bisogno di una ristrutturazione. Contro i dazi, contro l’immobilismo, contro la sudditanza. Servono misure, fermezza e soprattutto visione. In gioco non c’è solo l’arredamento made in Italy, ma la credibilità economica e politica del Paese.
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