Guerra, Bersani attacca Netanyahu e Trump: “Non portano pace e libertà, solo instabilità e b…” VIDEO

“Non mi piacciono gli Ayatollah, ma ancora meno mi piace la guerra. Credo che né Netanyahu, il massacratore di Gaza, né il suo amico Trump abbiano alcun diritto di raccontarci che si porta la pace e la libertà con le bombe, fuori dal diritto internazionale.” Con queste parole, Pierluigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico, ha duramente attaccato il premier israeliano e l’ex presidente degli Stati Uniti, in occasione della presentazione del libro del senatore dem Federico Fornaro, alla biblioteca della Camera dei Deputati.

Un messaggio contro il sovranismo bellico

Bersani ha colto l’occasione per lanciare un monito più ampio contro la deriva sovranista che, a suo dire, sta “sdoganando la guerra” come strumento politico accettabile. “Porterà anni e anni di instabilità,” ha aggiunto. Secondo l’ex leader dem, la retorica di chi promette ordine e pace attraverso l’uso della forza non solo è fallace, ma apre scenari geopolitici sempre più pericolosi.

Il contesto delle dichiarazioni

Le dichiarazioni di Bersani arrivano in un momento di tensione internazionale crescente, con la Striscia di Gaza ancora teatro di operazioni militari israeliane che la comunità internazionale fatica a contenere, e con Donald Trump nuovamente protagonista della scena politica americana in vista delle presidenziali del 2026.

Le parole dell’ex segretario dem sono state pronunciate davanti a cronisti e telecamere, in un momento informale ma dal forte impatto politico. Il bersaglio non è solo Netanyahu, da tempo accusato di violazioni dei diritti umani nei confronti della popolazione palestinese, ma anche Trump, considerato da Bersani un complice ideologico e strategico nella legittimazione della violenza come strumento di politica estera.

Schlein e la Caritas: il fronte umanitario

All’evento era presente anche Elly Schlein, attuale segretaria del Partito Democratico, che si è limitata a commentare i dati del nuovo rapporto Caritas, centrato proprio sulle conseguenze umanitarie dei conflitti armati e delle diseguaglianze sociali. Un segnale che il Partito Democratico intende tenere alta l’attenzione sul piano umanitario, in un equilibrio delicato tra diplomazia, denuncia e proposta politica.

La questione morale e il ruolo dell’Italia

Le parole di Bersani rimettono al centro il dibattito sul ruolo dell’Italia nei teatri di guerra e nelle alleanze internazionali. Se da una parte il governo Meloni sembra mantenere un silenzio prudente sulle azioni israeliane, dall’altra l’opposizione si mostra più propensa a una lettura critica, soprattutto quando a pagare il prezzo della guerra sono civili innocenti.

Leggi anche

Conclusioni

Il messaggio di Bersani è chiaro: la pace non si costruisce con le bombe e il diritto internazionale non può essere aggirato in nome di alleanze strategiche o di retoriche sovraniste. In un clima politico internazionale sempre più polarizzato, le sue parole suonano come un richiamo alla responsabilità e alla memoria storica. Un invito, forse scomodo, a non dimenticare che dietro ogni guerra ci sono vite spezzate e verità ignorate.

Condividi sui tuoi social:

Articoli popolari

Voce dei Cittadini