Il Pd vota contro il M5s. Durissimo attacco del partito di Conte sulle armi a Schlein” – INEDITO

 – Continua a infiammarsi lo scontro politico tra le opposizioni in merito alla questione dell’invio di armi all’Ucraina. Alla Camera, durante la votazione sul decreto di proroga annuale riguardante il supporto militare a Kiev, il Partito Democratico (PD) ha votato contro una serie di emendamenti e ordini del giorno presentati dal Movimento 5 Stelle (M5S), scatenando un duro attacco politico da parte di quest’ultimo.

Gli emendamenti e gli ordini del giorno in questione

Gli emendamenti del M5S miravano a introdurre maggiore trasparenza e controllo parlamentare sulle decisioni riguardanti le forniture militari all’Ucraina. In particolare:

Gli emendamenti 1.2, 1.4, 1.5 e 1.7 chiedevano al governo di fornire comunicazioni preventive alle Camere, con l’obbligo di votare uno specifico atto di indirizzo per ogni cessione di armi.

Gli emendamenti 1.3 e 1.8, sui quali il PD si è astenuto, proponevano invece che l’elenco dei materiali e degli equipaggiamenti militari fosse consultabile dai membri delle commissioni parlamentari competenti, presso la sede del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.


Infine, il Partito Democratico ha scelto di astenersi anche sull’ordine del giorno del M5S che impegnava il governo a fornire dettagli sulle spese sostenute per le forniture militari. Questo provvedimento mirava a garantire una maggiore chiarezza sulle implicazioni economiche del supporto italiano all’Ucraina, tema che ha generato crescenti polemiche.

La reazione del M5S: “Il PD è fuori dalla realtà”

Il voto del PD ha provocato l’indignazione del Movimento 5 Stelle, che ha accusato i dem di adottare una linea politica obsoleta e lontana dalle esigenze della popolazione. Riccardo Ricciardi, neo capogruppo del M5S alla Camera, ha dichiarato all’Adnkronos:

> “Il fatto che, sulla guerra in Ucraina, il PD si ostini a mantenere una linea fuori dal tempo e dalla realtà, è sintomatico della distanza tra la teoria e la pratica. Se si vuole essere realmente progressisti, dalla parte del popolo e non delle lobbies delle armi, se si vuole costruire un’alternativa a una destra completamente schiacciata sugli interessi di Washington, noi pensiamo che la strada non sia quella di continuare a inviare armi.”

 

La posizione del M5S, quindi, si oppone con forza alla politica dell’invio di forniture militari, considerata un segno di sudditanza agli interessi geopolitici degli Stati Uniti e delle industrie belliche. Secondo Ricciardi, questa strategia non solo tradisce i principi progressisti, ma rischia di aggravare una situazione già drammatica sul piano internazionale.

Divisioni tra le opposizioni: un asse sempre più fragile

Le votazioni hanno evidenziato una spaccatura profonda tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, confermando le difficoltà di costruire un fronte comune tra le opposizioni contro il governo Meloni. Mentre il PD sembra voler mantenere un approccio moderato e allineato agli impegni internazionali dell’Italia, il M5S continua a proporsi come forza politica di rottura, criticando aspramente le scelte del governo e quelle degli ex alleati.

Questa frattura potrebbe avere ripercussioni significative sul panorama politico italiano, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee. La capacità delle opposizioni di presentarsi come un blocco unitario è infatti sempre più messa in discussione da divergenze ideologiche e strategiche su temi centrali come la politica estera.

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Le implicazioni politiche

La questione dell’invio di armi all’Ucraina si conferma uno dei temi più divisivi del dibattito politico italiano. Da una parte, il governo Meloni, sostenuto dal PD, insiste sulla necessità di rispettare gli impegni assunti in ambito NATO e di supportare l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa. Dall’altra, il M5S denuncia quella che considera una deriva militarista, sostenendo che la priorità debba essere il dialogo diplomatico e la trasparenza nelle spese militari.

In questo contesto, il duro attacco del M5S al PD potrebbe segnare un ulteriore passo verso la frammentazione delle opposizioni e complicare gli equilibri politici interni, mentre il governo osserva e approfitta delle divisioni per consolidare la propria posizione.

Il voto alla Camera non ha solo sancito la proroga dell’invio di armi all’Ucraina, ma ha anche messo in evidenza un problema più ampio: la mancanza di una visione comune tra le forze politiche italiane su come affrontare le sfide globali.

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