Durante la terza edizione del “Gran Galà della Cultura e della Legalità” di Marsala, ha parlato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale è convinto che sia “un grande errore continuare a misurare la presenza delle mafie “in base al numero dei morti o delle automobili bruciate”. Cerchiamo di fare un riassunto del suo intervento.
Il procuratore ha fatto un appello alla politica italiana: “La mafia sul territorio dà risposte che la politica non riesce più dare. E allora c’è bisogno del ritorno di una politica forte e autorevole, che non faccia discorsi da qui a domani, che non trascorra le giornate a twittare e a retwittare, ma che faccia progetti di lungo respiro da qui a 20 anni, che programmi il futuro di una nazione. Solo in questo modo possiamo arginare le mafie, altrimenti continueremo solo a parlarci addosso”.
“Io domando alla politica: perché la mafia ha consenso? Perché la politica è assente sul territorio e la mafia dà risposte che la politica non riesce a fornire. Questo succede perché dopo la Prima Repubblica la politica è più debole. Sicuramente è una politica diversa con una struttura molto più snella e dotata di meno apparati, ma dal punto di vista sostanziale sul territorio la politica è debolissima. È cioè una politica ingessata, bloccata, farraginosa, priva di programmazione” ha aggiunto Gratteri.

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Il procuratore di Catanzaro ha parlato anche del governo di Giorgia Meloni: “Come giudico l’azione del governo Meloni nel contrasto alle criminalità organizzate? Lo dirò quando vedrò le prime riforme”. “Sono stato uno dei primi a criticare la Cartabia e Draghi quando si sono messi a fare riforme sulla giustizia, facendo poi votare subito in Parlamento sull’improcedibilità. Ma questa ha tradito il mandato dell’Europa, che aveva detto: se volete i soldi, dovete velocizzare i processi. Con l’improcedibilità, invece, i processi saranno ghigliottinati, non velocizzati. Non mi pare che sia questo il metodo giusto per contrastare le mafie e soprattutto per risolvere i problemi della giustizia” ha concluso Gratteri.