“Fake news vergognose”: la denuncia in diretta su La7
“La verità sul Superbonus? Altro che truffa, era una misura che stava salvando l’edilizia e rilanciando il Paese”. È questa l’accusa durissima lanciata da un imprenditore del settore edile in un’intervista trasmessa su La7 durante la trasmissione L’Aria Che Tira – Estate. Il video è stato ripreso e rilanciato sui social da esponenti del Movimento 5 Stelle, tra cui Francesco Salerno, e sta facendo il giro del web.
Nel suo intervento, l’imprenditore ha smontato una per una le affermazioni del Governo Meloni sul Superbonus 110%, definendole senza mezzi termini “fake news vergognose”. Ha sottolineato come la narrazione costruita dall’esecutivo su presunti buchi nei conti pubblici e truffe massive non regga alla prova dei numeri ufficiali.
I dati ufficiali smentiscono la propaganda
A sostegno delle sue parole, l’imprenditore ha citato i dati dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza: su un totale di circa 130 miliardi mobilitati dalla misura, solo 12 miliardi risultano sotto indagine per sospette irregolarità. Di questi, ben 9,5 miliardi sono già stati recuperati. Solo 0,5 miliardi, secondo quanto dichiarato, restano potenzialmente oggetto di frode — una percentuale minima rispetto all’impatto complessivo della misura.
“Parlare di disastro è falso. È una narrativa costruita per affossare una legge solo perché varata da un altro Governo”, ha affermato.
Famiglie in crisi, cantieri bloccati: “Un disastro sociale”
Durante l’intervista su La7, l’imprenditore ha raccontato le conseguenze devastanti della sospensione del Superbonus. “Abbiamo clienti che hanno acquistato casa grazie all’incentivo, iniziato i lavori, e ora si ritrovano fuori casa, con un mutuo da pagare e l’affitto in più. Alcuni dormono in macchina. È un disastro sociale.”
Una situazione che non riguarda solo famiglie e committenti: molte aziende dell’indotto edile hanno chiuso, migliaia di lavoratori sono rimasti disoccupati, e interi cantieri sono abbandonati.
“Il vero nero lo crea lo Stato”: la denuncia fiscale
L’imprenditore, collegato dalla Slovacchia dove attualmente lavora, ha denunciato anche la pressione fiscale italiana come fattore decisivo nella crisi del settore. “In Slovacchia la tassazione è al massimo del 25%, in Italia arriviamo anche al 65%. Il vero incentivo al nero è lo Stato stesso.”
Ha spiegato che la complessità burocratica e l’assenza di una politica fiscale chiara e sostenibile hanno spinto molte aziende a chiudere o a trasferirsi all’estero. “Il Superbonus era una delle poche misure che teneva in piedi il sistema, ma è stato fatto fuori per calcolo politico.”
“Funzionava, dava lavoro e PIL”: ma è stato affossato
L’intervento si è chiuso con un ultimo affondo: “Con il Superbonus abbiamo fatto il 7,6% di PIL. Ha funzionato, ha creato posti di lavoro, ha fatto emergere il sommerso. Eppure il Governo lo ha smontato pezzo per pezzo, raccontando bugie.”
Una denuncia pubblica forte, raccolta dalle telecamere di La7 e amplificata dal Movimento 5 Stelle, che continua a rivendicare la paternità della misura e ad accusare il Governo Meloni di disinformazione sistematica.
Il dibattito resta acceso
Mentre Palazzo Chigi insiste sulla necessità di “mettere ordine” e “contenere i costi”, la frattura con il mondo delle imprese e con i cittadini colpiti dalla sospensione del Superbonus si allarga. Il tema, anche grazie a testimonianze come questa, è destinato a restare al centro del dibattito pubblico e politico ancora a lungo.
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VIDEO – Una ferita ancora aperta per famiglie e imprese
La testimonianza dell’imprenditore rilanciata su La7 riporta al centro del dibattito pubblico una ferita ancora aperta: quella lasciata dalla brusca frenata sul Superbonus. Quella che era stata una misura straordinaria per rilanciare l’edilizia, creare occupazione e rimettere in moto l’economia reale, è oggi raccontata — secondo molti — attraverso una narrazione distorta e politicizzata.
Il racconto accorato di chi, in prima linea, ha visto svanire investimenti, case, posti di lavoro, non può essere liquidato con slogan o cifre parziali. A restare sul campo sono migliaia di famiglie in difficoltà, imprese in ginocchio e un intero comparto colpito nel suo slancio di ripresa.
Il Governo continua a difendere le proprie scelte in nome della sostenibilità dei conti pubblici, ma la sensazione diffusa — alimentata anche da testimonianze come questa — è che sia mancata una gestione responsabile e graduale del passaggio. Ora il Paese si ritrova diviso tra chi ha potuto beneficiare della misura e chi è rimasto a metà del guado, senza più certezze.
Il Superbonus, volenti o nolenti, resta uno dei punti più controversi e simbolici della politica economica recente. E la sua eredità sarà ancora al centro della contesa tra chi lo ha voluto, chi lo ha smantellato e chi — nel mezzo — ne sta pagando il prezzo.
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