Marco Travaglio umilia il Ministro Nordio e Lollobrigida – Ecco cosa gli dice – L’INEDITO

Marco Travaglio torna a colpire duro con il suo editoriale del 24 maggio 2025, prendendo di mira due tra i volti più controversi del governo Meloni: il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Con il consueto mix di sarcasmo e indignazione civile, il direttore del Fatto Quotidiano liquida la coppia come “il duo comico involontario del governo”, protagonisti di un esecutivo che “pretende di riempire le pance vuote con slogan e vino frizzante”.

Nordio nel mirino: “Così non avremmo mai preso Riina”

Travaglio dedica ampio spazio alle recenti scelte del Guardasigilli, giudicate un attacco diretto all’impianto stesso della giustizia italiana. Dall’obbligo per i giudici di avvisare l’indagato cinque giorni prima dell’interrogatorio di garanzia – “l’interrogazione programmata, ma col rischio che il candidato se la svigni” – alla depenalizzazione dell’abuso d’ufficio, mentre si inventano 62 nuovi reati “tra cui l’omicidio nautico, per evitare che qualcuno muoia impunemente in barca”.

Ma è sul limite di 45 giorni alle intercettazioni che il direttore affonda il colpo. Secondo Travaglio, la norma “vale persino per la ricerca dei latitanti”, cosa che – fa notare – avrebbe reso impossibili gli arresti di boss storici come Riina, Provenzano o Messina Denaro. “Se gli inquirenti avessero staccato tutto dopo un mese e mezzo, sarebbe stato il remake comico di 9 settimane e ½”, ironizza.

“L’unico erede di Falcone? Dopo Berlusconi, Nordio”

L’editoriale esce il giorno dopo le commemorazioni della strage di Capaci, e il parallelo è inevitabile. Travaglio cita i manifestanti di Palermo e i cartelli contro Nordio (“Non sei degno di Falcone”), ma rilancia con amarezza: “Parole ingiuste. Nordio è l’unico erede di Falcone. Dopo Berlusconi, si capisce”. Un’affermazione al vetriolo che fotografa perfettamente l’indignazione del giornalista verso un ministro accusato di minare gli strumenti stessi della lotta alle mafie.

Lollobrigida: miracoli al prosecco e gaffe in serie

Non poteva mancare Francesco Lollobrigida, più volte bersaglio di Travaglio nei suoi editoriali. “Lollo è convinto che l’acqua faccia più morti del vino”, scrive ironicamente, ricordando le uscite del ministro sui benefici dell’alcol e la sua idea di “tutela del made in Italy” trasformata in una sagra permanente.

“Ha ampliato il repertorio dei miracoli di Gesù: ora moltiplica bottiglie di tavernello e prosecco”, scherza Travaglio, che però sottolinea con preoccupazione come l’inadeguatezza non sia solo folcloristica, ma sintomo di una gestione del potere leggera e propagandistica.

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Conclusione: “Un governo comico, ma non fa ridere più nessuno”

Per Travaglio, Nordio e Lollobrigida non sono due incidenti isolati, ma il prodotto coerente di un modello politico che mescola slogan, incompetenza e disprezzo per le regole. “Il problema – scrive – non è solo l’inadeguatezza, ma l’idea che la realtà si possa piegare con un decreto o un proclama. E quando si tocca la giustizia o la memoria di Falcone, il surreale diventa pericoloso”.

Il timore, conclude il direttore, è che in questo Paese nessuno chieda più davvero le dimissioni, “perché sotto sotto c’è il terrore che i prossimi siano anche peggio”.

Un editoriale caustico e amaro, che fotografa alla perfezione lo stato della politica italiana secondo Travaglio: una commedia involontaria, ma dal finale potenzialmente drammatico.

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