È un attacco durissimo, senza mezzi termini, quello lanciato da Michele Santoro contro il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Il noto giornalista, voce storica del giornalismo televisivo italiano, ha criticato aspramente l’amministrazione capitolina per il finanziamento della manifestazione “pro-Europa” che si è tenuta lo scorso 15 marzo in piazza del Popolo. Un evento che avrebbe dovuto celebrare l’unità europea e i valori democratici, ma che ora si trova al centro di una polemica feroce sull’uso dei fondi pubblici.
Secondo quanto riportato da diverse testate, il Comune di Roma non si sarebbe limitato a garantire i consueti servizi di sicurezza e pulizia, ma avrebbe sostenuto integralmente la macchina organizzativa della manifestazione, compresi palco, service audio, logistica, e – fatto ancor più controverso – vitto, alloggio e trasporti per alcuni degli artisti e intellettuali intervenuti.
Una manifestazione nel mirino
A lanciare la prima pietra è stato lo stesso Santoro, che in un video diventato virale nelle ultime ore, ha puntato il dito contro Gualtieri con parole infuocate:
«Se si scoprisse che gli artisti e gli intellettuali hanno avuto pure l’albergo e i biglietti dei treni e aerei pagati, sarebbe veramente il caso di carcerarvi tutti. Ma non per i soldi pubblici che avete usato in questo modo. Per quanto siete stati ipocriti, voi e i vostri intellettuali.»
Parole che suonano come una vera e propria requisitoria morale contro una classe dirigente che, secondo il giornalista, avrebbe piegato le risorse pubbliche a fini propagandistici, celando il tutto dietro una maschera idealista.
L’evento, lanciato sulle colonne di Repubblica e del Post da Michele Serra, ha visto la partecipazione di volti noti della cultura italiana come Lorenzo Jovanotti, lo scrittore Antonio Scurati, il giornalista Corrado Formigli e il regista Paolo Virzì. Ma è proprio questa parata di celebrità che ha alimentato le critiche: un’iniziativa apparentemente “dal basso” si è rivelata, secondo gli oppositori, un’operazione ben orchestrata con fondi del Comune.
270 mila euro e il ruolo del Campidoglio
Secondo quanto trapelato nelle ultime ore, il Campidoglio avrebbe stanziato circa 270 mila euro per l’organizzazione dell’evento, di fatto fungendo da promotore dell’iniziativa. Una cifra non trascurabile, che ha fatto alzare più di un sopracciglio in un momento storico in cui le emergenze sociali – dalle scuole fatiscenti alle periferie abbandonate – sono sotto gli occhi di tutti.
Santoro ha incalzato:
«E lei non ha pensato soltanto alle spese di pulizia, a garantire la sicurezza, come doveva fare, caro Sindaco, ma ha fornito anche i microfoni, ha fornito anche il palco a Repubblica senza preoccuparsi di togliere quei soldi agli asili o alle periferie. L’ipocrisia non è un reato, ma è un buon motivo per mandarvi affanculo.»
La chiusura del suo intervento è un pugno nello stomaco, dal sapore pasoliniano, ma con il lessico della rabbia moderna:
«Il “vaffanculo” è una parola passata di moda, ma in questo caso gallina vecchia fa buon brodo.»
Un dibattito che spacca l’opinione pubblica
Le parole di Santoro hanno diviso l’opinione pubblica. Da una parte c’è chi difende l’evento come una necessaria risposta al crescente euroscetticismo e all’onda sovranista che attraversa l’Europa. Dall’altra c’è chi, come Santoro, denuncia l’uso strumentale della cultura e dell’arte per fini politici, soprattutto se sostenuto economicamente da fondi pubblici.
Molti cittadini e commentatori hanno espresso indignazione sui social, sottolineando come quei 270 mila euro potessero essere investiti in ben altre priorità. Altri, invece, ritengono che il Comune abbia fatto bene a sostenere una manifestazione che promuove valori fondamentali come la democrazia, la pace e l’unità europea, in un momento di forte tensione internazionale.
La replica del Comune (attesa)
Al momento, non è arrivata una risposta ufficiale da parte del sindaco Gualtieri né dell’ufficio stampa del Comune. Tuttavia, fonti vicine all’amministrazione capitolina sostengono che il finanziamento dell’evento sia stato effettuato «nel pieno rispetto delle procedure» e con l’obiettivo di «sostenere una manifestazione pubblica di rilevanza nazionale». Non si esclude una conferenza stampa chiarificatrice nelle prossime ore.
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Conclusioni
L’attacco di Santoro riaccende un tema che periodicamente ritorna nella vita politica e culturale italiana: l’uso (e l’abuso) del denaro pubblico per eventi culturali o politici. Dove finisce il sostegno alle iniziative civiche e dove inizia la propaganda? Qual è il confine tra cultura libera e spettacolo istituzionale?
Nel frattempo, il video dell’intervento del giornalista continua a rimbalzare sui social e nei gruppi Telegram, diventando il simbolo di una spaccatura sempre più profonda tra chi chiede più trasparenza e chi rivendica il diritto della politica a finanziare l’arte e la cultura.
Una cosa è certa: il “vaffa” di Santoro non passerà inosservato. Anzi, rischia di diventare il nuovo punto di partenza di un dibattito nazionale.
VIDEO: