Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera accusa la premier e l’Unione Europea di complicità passiva nel conflitto in Medio Oriente: “A Gaza è genocidio. Israele non è più una democrazia, ma un pericolo per la pace globale”
Un’accusa senza mezzi termini
“Giorgia Meloni e l’Unione Europea non fanno che ripetere ‘esprimiamo grande preoccupazione’ ma, nei fatti, restano afoni di fronte a un criminale di guerra come Netanyahu”. Con queste parole Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, ha lanciato un durissimo attacco al governo italiano e ai vertici dell’UE, intervenendo alla trasmissione Tagadà in onda su La7.
Secondo Ricciardi, l’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu starebbe perpetrando “una strategia lucidissima e feroce” che comprende bombardamenti su Gaza, Siria, Libano e Iran, con il tacito assenso delle democrazie occidentali, troppo deboli o troppo compromesse per opporsi.
“A Gaza è genocidio: oltre 60 mila morti”
Il deputato pentastellato non usa giri di parole: “Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza è un genocidio, e Netanyahu ne è pienamente responsabile”. Ricciardi cita il numero drammatico delle vittime, che supererebbero le 60 mila, e sottolinea che “migliaia di bambini stanno morendo di fame in questo momento”.
Un’accusa che arriva mentre l’Occidente continua a fornire copertura diplomatica a Israele, o quanto meno a evitare condanne nette. Per Ricciardi, questa ambiguità equivale a una complicità morale e politica.
La condanna del silenzio italiano ed europeo
Ricciardi punta il dito contro l’immobilismo diplomatico dell’Unione Europea e, in particolare, contro l’atteggiamento del governo Meloni: “La premier non ha fatto altro che mettere la testa sotto la sabbia. Mentre il mondo brucia, ha firmato un patto di stabilità che ci costerà 13 miliardi l’anno e ha lanciato un piano di riarmo da 800 miliardi per fare un favore alle industrie belliche amiche di Crosetto.”
Il deputato accusa l’esecutivo di Fratelli d’Italia di avere una visione cinica e strategica della politica estera, che sacrifica i diritti umani sull’altare degli interessi economici e geopolitici.
“Israele unica democrazia in Medio Oriente? Falso”
A una recente affermazione di Daniele Calovini (FdI), secondo cui “Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente”, Ricciardi risponde con fermezza: “Questa presunta democrazia ha causato oltre 60 mila morti. Se non ce ne siamo accorti, la vera minaccia alla pace mondiale, nell’ultimo anno, è stata proprio Netanyahu.”
Ricciardi mette in discussione la narrazione di Israele come avamposto democratico in un contesto instabile, accusando Tel Aviv di aver tradito i principi democratici con azioni militari sproporzionate e sistematicamente impunite.
“Netanyahu come Bush: la favola dell’esportazione della democrazia”
Uno dei passaggi più duri del suo intervento riguarda il tentativo, da parte dell’attuale governo israeliano e dei suoi alleati, di presentare Netanyahu come un “liberatore delle donne iraniane”, sull’onda delle rivolte interne in Iran. Ricciardi paragona questa retorica a quella dell’“esportazione della democrazia” che ha preceduto le guerre in Afghanistan e Iraq: “Stanno riproponendo la stessa favola, ma gli effetti li abbiamo già visti. Distruzione, caos, terrorismo.”
Un grido politico e morale
Il discorso di Ricciardi rappresenta una delle denunce più esplicite e frontali del Movimento 5 Stelle sul conflitto israelo-palestinese. Una linea dura, che contrasta nettamente con l’atteggiamento più cauto tenuto finora da gran parte del panorama politico italiano.
La richiesta implicita è chiara: servono prese di posizione forti, azioni diplomatiche concrete, sanzioni, e soprattutto la fine della narrazione complice che protegge i leader che violano il diritto internazionale.
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CONCLUSIONE E VIDEO:
Una condanna che interpella la coscienza politica italiana
Le parole di Riccardo Ricciardi non sono soltanto un atto d’accusa, ma un richiamo urgente a rompere il silenzio istituzionale che — secondo il M5S — circonda la tragedia in corso in Medio Oriente. In un contesto globale segnato da atrocità e violazioni dei diritti umani, l’indignazione non basta più: serve il coraggio di prendere posizione, anche quando farlo significa entrare in rotta di collisione con alleati e consuetudini diplomatiche.
Il Movimento 5 Stelle sceglie di uscire dalla prudenza delle dichiarazioni formali e mette sul tavolo una verità scomoda: non si può continuare a parlare di democrazia e libertà mentre si voltano le spalle a decine di migliaia di vittime civili. Se la politica estera dell’Italia e dell’Europa vuole davvero essere credibile, dovrà dimostrarlo anche nei teatri più complessi, a partire da Gaza.
Ricciardi non propone soluzioni facili, ma pone una domanda essenziale: quante vite devono ancora andare perdute prima che il mondo democratico smetta di essere complice con il proprio silenzio? Una domanda che, ora, attende risposte.
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