Ricciardi smonta il Governo in aula: “Una vergogna colossale” quella con gli USA – VIDEO

Roma, 2 luglio 2025 – Un durissimo attacco in Aula scuote il Parlamento. Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, si è scagliato contro il governo Meloni denunciando quella che definisce “una vergogna colossale”: l’accordo con gli Stati Uniti che, secondo il deputato, non solo imporrà costi altissimi per i cittadini italiani, ma favorirà anche i colossi del web, esentandoli dal pagamento delle tasse.

“Il 9 luglio abbiamo una sorta di ultimatum sui dazi, eppure nessuno sa nulla”, ha tuonato Ricciardi in un intervento dai toni infuocati. “Sappiamo solo che abbiamo promesso miliardi di dollari a Trump per l’acquisto di armi, che i soldi delle bollette degli italiani finiranno nel gas che gli Stati Uniti ci venderanno a caro prezzo. Ma cosa abbiamo ottenuto in cambio? Nulla di chiaro. Solo l’ennesimo regalo a Trump e alle multinazionali del web, che non pagheranno più un euro di tasse in Italia”.

Accusa frontale a Giorgetti: “Altro che onorevole accordo, è servilismo”

Nel mirino di Ricciardi non c’è solo la premier Giorgia Meloni, ma anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, accusato di aver definito “onorevole” un’intesa che il Movimento 5 Stelle giudica disastrosa per il Paese.

“Giorgetti ha persino il coraggio di parlare di ‘onorevole accordo’”, ha dichiarato Ricciardi con tono polemico. “Ma quale onore? Quale partita IVA italiana può vantare il regime fiscale di Google, Amazon, Meta, Facebook o Apple? Quale imprenditore italiano, che si alza la mattina per aprire il capannone e chiuderlo la sera, può godere di un trattamento simile? Nessuno”.

Per il capogruppo M5s, si tratta di un chiaro atto di sudditanza politica ed economica verso Washington, che penalizzerà ancora una volta i cittadini italiani a vantaggio delle multinazionali straniere.

L’affondo su Trump e la dignità nazionale: “Svendete l’Italia”

Ma Ricciardi non si è fermato qui e ha rilanciato, evocando le recenti dichiarazioni di Donald Trump, il quale, secondo alcuni retroscena, avrebbe parlato di Paesi “pronti a baciargli il sedere”. “Meloni venga in Aula a spiegarci se Trump si riferiva anche all’Italia”, ha incalzato Ricciardi. “Noi qualche sospetto lo abbiamo”.

Il riferimento, amaro e diretto, ha scatenato reazioni immediate in Aula. “A voi va bene svendere l’Italia – ha proseguito – e permettere che città come Venezia diventino location per matrimoni di miliardari come Jeff Bezos. Ma Venezia non ha bisogno di Bezos per farsi pubblicità. Nella vostra idea di mondo tutto ha un prezzo. Nel nostro, invece, la dignità non ce l’ha e non vi consentiremo di prenderla e mandarla oltreoceano come fosse un pacco premium”.

La questione della web tax: un tema ancora irrisolto

Il nodo della web tax resta dunque al centro della contesa politica. L’Italia, insieme ad altri Paesi europei, aveva da tempo introdotto un’imposta sui ricavi delle grandi piattaforme digitali, in attesa di un’intesa globale sull’imposizione fiscale delle multinazionali digitali. Tuttavia, secondo Ricciardi, il governo Meloni sarebbe pronto a rinunciarvi definitivamente, in cambio di un ipotetico allentamento sui dazi commerciali e di altre concessioni.

“Questa non è politica economica, è svendita pura”, ha concluso il deputato M5s, chiedendo che la premier Giorgia Meloni si presenti immediatamente in Aula per chiarire la posizione del governo.

Clima rovente in Aula, scontro aperto sulle relazioni con gli Usa

 Ricciardi ha alzato la temperatura politica proprio nei giorni in cui il governo è chiamato a definire la strategia sui dazi e sugli equilibri commerciali con Washington. La questione non riguarda solo le tasse sul web, ma anche il peso crescente degli accordi militari ed energetici con gli Stati Uniti.

Non è la prima volta che il Movimento 5 Stelle denuncia la subalternità dell’Italia agli interessi statunitensi, ma stavolta l’accusa è più grave e diretta: la svendita della dignità nazionale in cambio di armi, gas e vantaggi fiscali per i colossi del web.

Il dibattito è destinato a proseguire e potrebbe infiammare il confronto politico nelle prossime settimane, in vista del decisivo appuntamento del 9 luglio.

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L’intervento di Riccardo Ricciardi in Aula ha scoperchiato un vaso di Pandora che va ben oltre il singolo accordo commerciale: al centro del suo durissimo attacco c’è la denuncia di una subordinazione sistemica dell’Italia agli interessi di Washington, a discapito di famiglie, imprese e interi settori produttivi italiani.

Dietro la polemica sulla web tax e sui dazi si nasconde infatti una questione più ampia, che investe la politica economica e la dignità istituzionale del Paese: l’Italia — secondo il Movimento 5 Stelle — rischia di trasformarsi in un semplice esecutore delle volontà statunitensi, accettando scambi che non solo impoveriscono il tessuto produttivo nazionale, ma umiliano la sovranità italiana.

 

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Il clima politico, già tesissimo, è dunque destinato a peggiorare con l’avvicinarsi del 9 luglio, data che si preannuncia decisiva per le relazioni tra Roma e Washington.
Nel frattempo, lo scontro tra chi accusa il governo di “svendita” e chi difende la necessità di garantire stabilità geopolitica e commerciale si fa sempre più acceso.
Una cosa è certa: la questione della dignità nazionale e del peso delle multinazionali sul fisco italiano sarà al centro del dibattito ancora per molto. E stavolta, la partita si giocherà sotto gli occhi di tutti.
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