Negli ultimi giorni, il giornalista e scrittore Andrea Scanzi ha rilasciato dichiarazioni forti su Giorgia Meloni durante un’intervista con Massimo Gramellini nel programma “In altre parole”. Secondo Scanzi, l’attuale Presidente del Consiglio non rappresenterebbe un’autentica novità politica, ma sarebbe profondamente influenzata dall’eredità berlusconiana, soprattutto in materia di giustizia.
L’attacco di Scanzi: “Meloni ha una visione berlusconiana della giustizia”
Scanzi ha evidenziato come Meloni, pur differenziandosi da Silvio Berlusconi in alcuni aspetti, condivida con lui un’idea precisa della giustizia, fondata su un continuo conflitto con la magistratura. Tuttavia, mentre Berlusconi aveva interesse a contrastare il sistema giudiziario per proteggere se stesso dai processi in cui era coinvolto, Meloni lo farebbe per motivazioni ideologiche.
“Meloni non è una leader nuova, è profondamente berlusconiana e ha un’idea berlusconiana della giustizia. Ma Berlusconi attaccava la giustizia con la politica per interessi personali, Meloni attacca la giustizia perché ha un’idea ideologica.”
Secondo il giornalista, questo approccio non fa che riportare l’Italia indietro nel tempo, rievocando le stesse problematiche che caratterizzarono l’epoca berlusconiana.
Una continuità con il passato
Nel suo intervento, Scanzi ha criticato l’idea che Meloni possa essere considerata un volto nuovo della politica italiana. Al contrario, l’ha descritta come espressione di una continuità con il passato, facendo notare che la sua formazione politica è legata alla destra storica e che ha sempre dimostrato una forte inclinazione alla conservazione di schemi già visti.
“Questo governo è profondamente predisposto a proseguire sulla scia del passato. Fin quando continuiamo a dire che Meloni è una leader nuova, stiamo ignorando la realtà: la sua politica ricalca schemi già noti.”
Secondo Scanzi, Meloni non ha introdotto elementi di innovazione nella politica italiana, ma ha piuttosto riproposto una narrazione di destra già consolidata, pur senza essere direttamente coinvolta nei processi politici degli anni precedenti.
La questione del ricatto politico
Un altro punto critico sollevato da Scanzi riguarda la presunta indipendenza di Meloni. Il giornalista ha messo in discussione l’idea che la Presidente del Consiglio sia politicamente inattaccabile e non soggetta a pressioni esterne.
“Si dice che Meloni non sia ricattabile, ma se così fosse non avrebbe fatto certe scelte, come quelle riguardanti la gestione della giustizia o i rapporti con alcuni ambienti di potere.”
Scanzi ha sottolineato come il governo Meloni sia comunque legato a meccanismi di compromesso e influenza, tanto da far sorgere dubbi sulla sua reale autonomia decisionale.
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Il futuro del governo Meloni
L’intervento di Scanzi si è concluso con una riflessione sulla tenuta del governo. Secondo lui, la premier dovrà affrontare sfide interne ed esterne sempre più pressanti, specialmente se le tensioni sulla giustizia e sul rapporto con i poteri forti continueranno ad aumentare.
“Non mi stupirebbe se nei prossimi mesi emergessero nuove difficoltà per il governo Meloni, specialmente se la sua linea sulla giustizia continuerà a creare divisioni.”
Le parole di Scanzi si inseriscono in un dibattito più ampio sulla direzione che sta prendendo la politica italiana, suggerendo che la vera novità non sia tanto la leadership di Meloni, quanto il modo in cui il suo governo sta riproponendo dinamiche già viste in passato.
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