Scontro assurdo tra Travaglio e Italo Bocchino. Il giornalista del FQ all’attacco così – IL VIDEO

Scontro acceso in diretta tra il direttore del Fatto Quotidiano e il direttore editoriale del Secolo d’Italia: accuse reciproche su giustizia e coerenza politica.

Uno scontro accesissimo si è consumato nello studio di Accordi&Disaccordi, il talk show politico in onda su Nove, tra il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il direttore editoriale del Secolo d’Italia, Italo Bocchino. Al centro del dibattito, il tema dell’indipendenza della magistratura e le accuse di giustizialismo rivolte a Travaglio, che hanno fatto esplodere un durissimo botta e risposta tra i due giornalisti.

Bocchino accusa: “Travaglio portavoce del giustizialismo grillino”

La discussione è partita dall’attacco del governo alla magistratura e dalla percezione pubblica dell’operato dei giudici in Italia. Italo Bocchino ha puntato il dito contro Travaglio, accusandolo di essere schierato a favore della magistratura politicizzata e di sostenere ciecamente le inchieste giudiziarie:

“Travaglio fa il portavoce altisonante del giustizialismo dei 5 Stelle. Noi dobbiamo tutelare il cittadino anche da una magistratura che eccede. Quando i cittadini vedono il caso Open Arms contro Salvini, il caso Open di Renzi, non si fidano più dei magistrati, tant’è che l’indice di gradimento della magistratura è crollato.”

Secondo Bocchino, dunque, il giornalismo di Travaglio avrebbe contribuito a un sistema che giudica a priori e delegittima alcuni esponenti politici, in particolare quelli di centrodestra.

Travaglio contrattacca: “La magistratura ha ancora più fiducia dei politici”

La replica di Travaglio non si è fatta attendere ed è stata particolarmente tagliente. Il direttore del Fatto Quotidiano ha sottolineato come, nonostante le critiche, la magistratura goda ancora di un indice di gradimento superiore a quello della classe politica:

“È il decuplo di quello dei politici: per quanto li abbiate sputtanati per 30 anni, i magistrati hanno ancora 10 volte il gradimento che avete voi.”

Una risposta che ha acceso ulteriormente gli animi, con Bocchino che ha rincarato la dose, accusando Travaglio di essere un “passacarte” delle inchieste giudiziarie, suggerendo che il giornalista si limiti a riportare documenti ricevuti dai magistrati senza fare un reale lavoro di verifica o analisi critica.

“Tu li sostieni perché fai il passacarte delle loro inchieste, perché tu sei uno dei responsabili delle distorsioni perché ti danno i pezzi di carta per condannare e sputtanare preventivamente le persone.”

La stoccata finale di Travaglio: “Io coerente, tu voltagabbana”

A questo punto il confronto è degenerato, con Travaglio che ha ribattuto in maniera ancora più diretta, accusando Bocchino di essere incoerente e di aver cambiato schieramento più volte nel corso della sua carriera politica e giornalistica:

“Io vorrei ricordare a Bocchino che lui non ha mai querelato il Fatto Quotidiano perché il giornale non l’ha mai diffamato: si chiama cronaca giudiziaria e non diffamazione, e lui dovrebbe saperlo visto che dirige un giornale come Il Secolo d’Italia. In secondo luogo, io scrivo queste cose da quando faccio il giornalista, non cambio idea a ogni stormir di fronda come fa lui. Io scrivo queste cose da 20 anni prima che esistessero i 5 Stelle, quindi lavati la bocca, voltagabbana che non sei altro. Io sono coerente, tu sei un voltagabbana al servizio di chi ti paga.”

Parole pesantissime che hanno chiuso il dibattito in studio con un’atmosfera elettrica e un evidente imbarazzo tra gli altri ospiti presenti. Il pubblico da casa e gli spettatori sui social non hanno tardato a commentare lo scontro, che è rapidamente diventato virale.

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Un confronto che riflette le tensioni politiche attuali

L’acceso scontro tra Bocchino e Travaglio è l’ennesima dimostrazione della profonda divisione esistente nel dibattito politico italiano, in particolare sul tema della giustizia e del ruolo della magistratura. Il governo di centrodestra ha più volte espresso la volontà di riformare il sistema giudiziario, accusato di eccessiva ingerenza nella politica, mentre i sostenitori dell’indipendenza della magistratura, tra cui lo stesso Travaglio, difendono l’operato dei giudici e delle inchieste che negli ultimi anni hanno coinvolto numerosi esponenti politici.

Se da un lato Bocchino ha cercato di delegittimare il giornalismo di inchiesta di Travaglio, dall’altro il direttore del Fatto Quotidiano ha difeso la propria coerenza e il diritto di raccontare fatti giudiziari senza subire pressioni politiche. La sensazione è che il dibattito non si fermerà qui e che altri scontri simili si ripeteranno nei prossimi mesi, mentre la tensione tra politica e magistratura continua a crescere.
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