“Senza ritegno”: lo scontro Capezzone-Maiorino su Netanyahu infiamma il dibattito. Il VIDEO

Un confronto acceso, durissimo, destinato a lasciare traccia. Durante un talk televisivo trasmesso da Agorà, la senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino e il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone, si sono scontrati frontalmente sul conflitto israelo-palestinese. Tema: l’operato del premier israeliano Benjamin Netanyahu e il bilancio tragico della guerra su Gaza. Il risultato è stato uno dei momenti più virali del panorama politico-mediatico delle ultime ore, rilanciato dallo stesso Movimento 5 Stelle con un video sui social accompagnato dalla didascalia: “Capezzone senza ritegno a difesa di Netanyahu. La risposta di Maiorino è esemplare”.

Il punto di frizione: Gaza, le vittime civili e il diritto alla difesa

Nel cuore del dibattito, la posizione di Capezzone: Israele, secondo il giornalista, ha il diritto – e anche il dovere – di difendersi da attacchi terroristici. Un punto fermo della narrazione filo-israeliana, che tuttavia Maiorino ha demolito con parole durissime. «61.000 morti – ha scandito con fermezza – uomini, donne e bambini. E lei, Capezzone, si permette di infangarli per fare propaganda».

La senatrice ha accusato il direttore di Libero di minimizzare una catastrofe umanitaria in nome di una linea ideologica, ignorando deliberatamente il prezzo umano del conflitto. «Si permette anche di parlare di sentimenti», ha aggiunto, denunciando l’ipocrisia con cui si tenta, a suo dire, di camuffare l’indifferenza per la sofferenza dei civili dietro il paravento della sicurezza.

Capezzone: “Israele ha ragione a difendersi”

Capezzone non ha arretrato di un millimetro. «Io personalmente ritengo che Israele abbia ragione a difendersi», ha affermato. E poi: «Se ne può convivere una parte, se ne può convivere una politica». Tradotto: esistono posizioni legittime anche se impopolari, e difendere Israele non significa automaticamente ignorare le vittime. Ma il tono – freddo, assertivo – e il contesto hanno reso le sue parole altamente divisive.

Il rilancio del Movimento: Maiorino come volto del dissenso

Il Movimento 5 Stelle ha colto immediatamente il potenziale del confronto. Il video con il titolo a caratteri cubitali – “Capezzone senza ritegno a difesa di Netanyahu. La risposta di Maiorino è esemplare” – è stato pubblicato sull’account ufficiale Instagram con una frase secca: «Difficile trovare parole migliori. Brava Alessandra Maiorino».

In poche ore il post ha raccolto migliaia di like e centinaia di commenti, molti dei quali lodano la senatrice per aver dato voce a una sensibilità che ritengono oscurata nel discorso pubblico. Il Movimento, sempre più critico nei confronti delle posizioni occidentali su Israele, sembra voler costruire attorno a figure come Maiorino una narrazione alternativa che punta sull’empatia, la denuncia umanitaria e la rottura degli schemi.

Un episodio rivelatore: due Italie, due mondi

Lo scontro Maiorino-Capezzone è più di una semplice lite televisiva: è lo specchio di una frattura profonda nel Paese. Da una parte chi, come Capezzone, sostiene il diritto alla difesa e vede in Netanyahu un argine alla minaccia terroristica. Dall’altra, chi – come la senatrice pentastellata – accusa l’Occidente di ipocrisia, di cecità morale e di complicità indiretta con una strategia che produce carneficine civili.

In mezzo, un’opinione pubblica disorientata, polarizzata, spesso impotente di fronte alla violenza delle immagini che arrivano da Gaza.

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Conclusione: la politica come specchio della guerra

Lo scambio tra Capezzone e Maiorino ha messo a nudo due modi inconciliabili di leggere la guerra, il diritto e la responsabilità. Ha portato in superficie emozioni forti e convinzioni radicate. E soprattutto ha dimostrato che il dibattito italiano, ben lontano dall’essere pacificato, resta uno dei più accesi d’Europa quando si tratta di Medio Oriente.

Un terreno su cui il Movimento 5 Stelle intende giocare un ruolo da protagonista, puntando su voci come quella di Maiorino per conquistare consensi tra chi cerca parole chiare, e un’etica della politica che metta i civili al primo posto.
VIDEO:

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