Shock Nucleare. Ecco cosa ha deciso il Ministro Crosetto per il nostro Paese. L’INEDITO SHOCK

L’Italia cambia strategia: svolta atomica nell’Unione Europea

Il 16 giugno 2025 sarà ricordato come il giorno in cui l’Italia ha ufficialmente aderito all’Alleanza Ue per il nucleare, schierandosi con il blocco pro-nucleare guidato dalla Francia. L’annuncio è arrivato dal ministro della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin durante il Consiglio Ue Energia a Lussemburgo, dove ha dichiarato che Roma “promuove una rivalutazione pragmatica del ruolo dell’energia nucleare come fonte decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile”.

Finora l’Italia aveva mantenuto una posizione da semplice osservatore, evitando un impegno diretto. Ma ora, con questa adesione formale, il nostro Paese si unisce agli altri 16 Stati membri che puntano sul nucleare per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione Europea.

Neutralità tecnologica o abbandono delle rinnovabili?

Secondo il governo Meloni, la scelta è coerente con il principio della neutralità tecnologica: un approccio che prevede l’impiego di tutte le fonti di energia, nucleare incluso, per garantire sicurezza, resilienza e sostenibilità al sistema energetico nazionale.

> “L’Italia è felice di collaborare con tutti i Paesi dell’Alleanza per costruire un quadro europeo favorevole allo sviluppo dell’intera catena del valore dell’energia nucleare”, ha dichiarato Pichetto Fratin.

 

Ma il passo ha generato reazioni immediate e fortemente critiche, soprattutto tra le opposizioni. Il Movimento 5 Stelle ha bollato la decisione come “una scelta miope, costosa e dipendente”.

Il M5S attacca: “Ci leghiamo all’uranio come lo eravamo al gas russo”

Durissimo il commento dell’europarlamentare M5S Dario Tamburrano, che accusa il governo italiano di abbandonare la strada delle rinnovabili per inseguire una tecnologia che ha costi elevatissimi, tempi lunghi e dipendenze geopolitiche:

> “Il governo continua a inseguire il nucleare entrando nell’Alleanza UE. È una scelta sbagliata: se davvero si realizzassero nuove centrali, finiremmo solo per alimentare costi stratosferici e passare da una dipendenza all’altra, dal gas all’uranio – anche questo controllato da potenze estere”.

 

Tamburrano accusa l’esecutivo Meloni di voler illudere il Paese su un ritorno del nucleare che, anche se avvenisse, non porterebbe risultati prima di 15-20 anni, lasciando intatti nel frattempo tutti i problemi strutturali del sistema energetico.

Arriva la denuncia contro Crosetto

Bonelli: “ Governo vuole militarizzare il bilancio, serve voto del Parlamento subito” «Oggi Crosetto ha annunciato che l’Italia raggiungerà il 5% delle spese militari in dieci anni. Questo significa passare dagli attuali 45 miliardi (35 in difesa e quasi 10 in sicurezza) a ben 145 miliardi nel 2035 — oltre il triplo di oggi — con un aumento di circa 100 miliardi. Una stima che coincide con quanto dichiarato recentemente anche dal sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago: 66 miliardi in più per la difesa e 33 miliardi in più per la sicurezza.

Il riarmo sta trascinando l’Italia in un’economia di guerra, mentre nel mondo si è già raggiunta la cifra monstre di 2.700 miliardi di dollari di spesa militare. Crosetto racconta una favola-incubo agli italiani, affermando che sanità e welfare non saranno indeboliti. Ma non dice dove prenderà i soldi. E soprattutto, la cosa più grave è che, prevedendo un aumento sconsiderato delle spese militari, si rinuncia a lavorare per il disarmo e la pace nei prossimi decenni.»

Lo dichiara Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce nazionale di Europa Verde, commentando l’intervista del ministro della Difesa al Corriere della Sera.

Cosa prevede l’Alleanza Ue sul nucleare

L’Alleanza, lanciata nel marzo 2023 su iniziativa della Francia, riunisce ora 17 Paesi su 27 dell’Unione: oltre all’Italia, ne fanno parte Bulgaria, Croazia, Finlandia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Belgio, Estonia, Svezia e naturalmente la Francia.

Obiettivo: inserire il nucleare tra le fonti utili al raggiungimento della neutralità climatica e garantirne accesso ai finanziamenti verdi, oltre a rafforzare la cooperazione su ricerca, formazione, sicurezza, gestione dei rifiuti radioattivi e nuove tecnologie come gli SMR (Small Modular Reactors), ovvero i reattori modulari di piccola taglia.

I membri dell’Alleanza rivendicano inoltre il diritto sovrano di ciascun Stato a scegliere il proprio mix energetico, respingendo le pressioni dei Paesi che puntano esclusivamente su solare, eolico e idrogeno.

Un salto nel buio per molti ambientalisti e tecnici

Oltre al M5S, anche diverse organizzazioni ambientaliste esprimono dubbi sulla decisione. Il timore è che l’ingresso nell’Alleanza rappresenti un cavallo di Troia per riaprire in Italia il dibattito sulla costruzione di nuove centrali, nonostante il doppio “no” referendario espresso dai cittadini nel 1987 e nel 2011.

Il problema non è solo politico, ma anche tecnico ed economico: la costruzione di impianti richiede anni di iter autorizzativi, miliardi di euro pubblici, un sistema di smaltimento delle scorie ancora non risolto e, soprattutto, l’assenza attuale di una filiera industriale nazionale adeguata.

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Conclusione: una decisione divisiva che apre una nuova fase nella politica energetica italiana

Con l’ingresso nell’Alleanza nucleare Ue, il governo italiano segna una netta discontinuità rispetto al passato recente. Per il ministro Pichetto Fratin si tratta di una “scelta pragmatica”. Per il M5S e numerose voci critiche, è l’ennesima dimostrazione di una strategia sbagliata e anacronistica, che rischia di far perdere tempo prezioso alla transizione ecologica.

In attesa di capire se l’Italia passerà dalle parole ai fatti e inizierà davvero a progettare nuove centrali, una cosa è certa: il ritorno del nucleare è tornato ufficialmente al centro del dibattito politico italiano. E lo scontro è appena cominciato.

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