LE PAROLE DI RANUCCI
“Tra gli attacchi ricevuti negli ultimi giorni dopo la puntata di Report sulla Mafia e gli eventi in Palestina, emerge un articolo pubblicato su Il Foglio che lascia sgomenti per il livello di cinismo e disumanità raggiunto. Un articolo che, in modo surreale, si mostra implicitamente dispiaciuto che il sottoscritto, Sigfrido Ranucci, non sia morto durante il reportage sullo tsunami dell’Oceano Indiano nel 2005.
Non posso che definire quanto scritto una perla di bassezza giornalistica, che non solo sminuisce il lavoro di chi rischia la vita per raccontare la verità, ma tradisce un livore personale del tutto fuori luogo in un contesto che dovrebbe essere professionale.”
L’IPROCRISIA DI UN CERTO GIORNALISMO
“Non posso fare a meno di sottolineare la palese contraddizione di un giornale che, fino a pochi giorni fa, accusava il governo italiano di non fare abbastanza per la liberazione della collega Cecilia Sala. Un caso che ha mobilitato l’opinione pubblica e per il quale abbiamo tutti pregato. Eppure, lo stesso giornale oggi si permette di ironizzare sulla mia sopravvivenza, augurando implicitamente che non fossi tornato vivo da un luogo devastato da una tragedia umanitaria. Dove sono finite l’etica e la solidarietà professionale che tanto venivano sbandierate?
Chi si dispiace per il fatto che un giornalista non abbia perso la vita non attacca solo la persona, ma il mestiere stesso e ciò che rappresenta: la ricerca della verità.”
LA MIA RISPOSTA
“Di fronte a un attacco tanto meschino, la mia risposta è quella di un sorriso. Un sorriso accompagnato dai dovuti scongiuri, ma pur sempre un sorriso. Perché articoli di questo genere rivelano molto di più su chi li scrive e li pubblica che sulla persona presa di mira. Non posso che proseguire nel mio lavoro, con la certezza di avere al mio fianco i miei cari e tutte le persone che credono in ciò che faccio.
Non è la prima volta che Report riceve critiche e attacchi per il proprio lavoro. Ogni volta che si toccano interessi forti e si raccontano verità scomode, si scatena un’ondata di livore da parte di chi si sente messo alle strette. Ma questa è la dimostrazione che il nostro lavoro sta avendo un impatto. E io continuerò a onorarlo, come ogni domenica alle 20.30 su Rai3 e RaiPlay.”
IL PEZZO DE IL FOGLIO:

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UN MONITO PER IL GIORNALISMO ITALIANO
“L’episodio, per quanto triste, è un’occasione per riflettere sullo stato attuale del giornalismo in Italia. Un giornalismo che, troppo spesso, preferisce cedere al personalismo e agli attacchi gratuiti piuttosto che svolgere il proprio ruolo: informare, promuovere il dibattito e servire l’interesse pubblico.
Non mi aspetto scuse da parte di Il Foglio. Né credo che chi ha firmato quell’articolo proverà mai vergogna. Ma confido che i lettori sappiano riconoscere la differenza tra un giornalismo costruttivo e un giornalismo distruttivo, tra chi scrive per servire la verità e chi scrive solo per ferire.
Io, dal canto mio, continuerò a fare ciò che so fare meglio: raccontare i fatti e difendere il diritto dei cittadini a essere informati.”