Sommi metteo ko la propaganda della Meloni su Manifesto di Ventotene: applausi in studio – VIDEO EPICO

Negli studi Mediaset è andato in scena un momento destinato a lasciare il segno. Ospite del dibattito, Luca Sommi – giornalista del Fatto Quotidiano – ha smontato con lucidità e rigore storico le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene. Un intervento che ha gelato Alessandro Sallusti e spiazzato gli altri ospiti. Ma soprattutto, ha strappato un applauso convinto al pubblico in studio.

“Non si può manipolare la storia a proprio uso e consumo”

Con tono deciso e parole taglienti, Sommi denuncia la deriva demagogica del discorso politico attuale:
“Prendere una frase, estrapolarla da un testo, al di fuori del contesto, e esercitare prima quei regoli, secondo la divisione estante rituale, quindi comprendere il frammento e ritortarlo a livello…”

Il bersaglio è chiaro: chi, come Giorgia Meloni, tenta di piegare testi storici a una narrazione ideologica, disinnescandone il significato autentico per rafforzare una retorica nazionalista. Ma la storia, avverte Sommi, non è un giocattolo da campagna elettorale.

Ventotene: l’antifascismo che la destra non vuole ricordare

Il cuore del discorso arriva forte e chiaro:
“Si può anche mettere in discussione il Manifesto di Ventotene, certo. Ma solo se lo si legge nel contesto in cui è stato scritto: da persone al confino, perseguitate dal fascismo, che lottavano contro i nazionalismi, contro chi toglieva la libertà, la giustizia, l’uguaglianza e ogni diritto a chi non la pensava come il regime.”

Il Manifesto fu concepito nel 1941, in piena dittatura fascista. I suoi autori – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni – immaginavano un’Europa unita per prevenire il ritorno dei totalitarismi. È questa la verità storica che certi ambienti politici cercano di oscurare o riscrivere.

Leggi anche

Sallusti spiazzato. Il pubblico esplode in un applauso

Di fronte a tanta chiarezza, Sallusti abbozza una replica, ma è evidente che l’argomentazione di Sommi ha lasciato il segno. E a sancirlo è la reazione del pubblico: un applauso spontaneo, netto, liberatorio.
Un gesto raro in certi studi, dove il consenso è spesso orientato. Ma qui la forza delle parole ha avuto la meglio.

Sommi chiude con un colpo magistrale:
“Il punto è riconoscere ciò che di buono e grandioso c’è in quel Manifesto, che ha cominciato a pensare a un’Europa unita per evitare che gli Stati nazionali tornassero a commettere le infanzie che hanno commesso.”

Una lezione di giornalismo, di memoria storica, di dignità democratica. E un richiamo, forte, a non restare in silenzio davanti alla manipolazione del passato.
VIDEO:

Condividi sui tuoi social:

Articoli popolari

Voce dei Cittadini