– Dopo l’audizione di John Elkann in Parlamento, la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, attacca duramente la gestione Stellantis e la reazione del governo, sottolineando l’assenza di garanzie per i lavoratori e per l’intera filiera dell’automotive italiana.
L’accusa ad Elkann e la difesa dei lavoratori
Appendino non usa mezzi termini e critica la posizione del presidente di Stellantis, accusandolo di avere fornito risposte insufficienti sulle reali intenzioni del gruppo in Italia. Secondo la vicepresidente del M5S, Stellantis si sarebbe trasformata più in un asset finanziario che in un’azienda automobilistica, con il risultato che i lavoratori sono sempre più penalizzati da cassa integrazione, contratti di solidarietà e uscite incentivate.
Durante l’audizione, la deputata pentastellata ha incalzato Elkann sulle responsabilità del gruppo nel calo della produzione italiana, sottolineando che la quota di mercato di Stellantis in Europa è scesa dal 20% del 2019 al 15,7% nel 2024. Una contrazione che si accompagna alla perdita di oltre 2 milioni di unità prodotte nello stesso periodo.
Le critiche al governo e al Ministro Urso
Se Elkann non ha dato garanzie, altrettanto grave, secondo Appendino, è stata la reazione del governo. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato di un “grande punto di svolta” dopo l’audizione, dichiarazione che la deputata M5S definisce incomprensibile e scollegata dalla realtà. “Lo ha visto solo lui questo punto di svolta – ha attaccato Appendino – il Ministro forse non si rende conto che negli stabilimenti italiani di Stellantis si assiste al ricorso sistematico alla cassa integrazione, alla riduzione dei turni e alla chiusura di aziende della filiera. Su tutto questo, Elkann non ha dato alcuna garanzia”.
Per Appendino, Urso dovrebbe invece concentrarsi su misure concrete, come il ripristino dei 4,6 miliardi di euro al fondo automotive, lo sblocco delle agevolazioni ACE e il rilancio del piano di transizione industriale 5.0. “Invece di festeggiare sul nulla, Urso dovrebbe iniziare a lavorare, perché la produzione industriale italiana cala da due anni consecutivi”, ha aggiunto.
“Producono più cassaintegrati che auto”
Un altro elemento al centro delle critiche della vicepresidente M5S è il trattamento riservato ai lavoratori di Stellantis. “Ad oggi, Stellantis produce più cassaintegrati che auto”, ha denunciato Appendino, riferendosi al massiccio utilizzo degli ammortizzatori sociali nel settore. “Per i lavoratori Stellantis è sinonimo di delocalizzazione, precarietà e incertezza, mentre per Elkann e soci rappresenta una miniera d’oro, capace di distribuire 17 miliardi di euro di dividendi negli ultimi anni”.
Appendino ha inoltre ricordato l’audizione dell’ex amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, definendola uno “spettacolo indecoroso” e accusando il dirigente di aver detto menzogne per giustificare la delocalizzazione della produzione. “Ci ha raccontato che Stellantis è stata costretta a produrre all’estero perché gli italiani non comprano abbastanza auto elettriche. Ma è evidente che il luogo di produzione non dipende dal mercato di destinazione. Lo capisce anche un bambino”.
No alla riconversione militare degli stabilimenti
Un ulteriore punto di scontro tra Appendino e il governo riguarda l’ipotesi, avanzata da Urso, di riconvertire parte degli impianti Stellantis alla produzione di armamenti. Una proposta che la deputata pentastellata bolla come una “follia”. “Penso che sia una follia che un lavoratore del settore auto debba decidere se produrre armi invece che automobili”, ha dichiarato.
Appendino ha quindi invitato il governo a smettere di inseguire “idee deliranti” e a concentrarsi su strategie industriali che possano realmente rilanciare la produzione automobilistica italiana. “Invece di parlare di carri armati e bombe, il governo dovrebbe impegnarsi ad attrarre investimenti veri per la filiera dell’automotive e per i suoi lavoratori, iniziando in sede europea”, ha concluso.
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