Un acceso dibattito tra Marco Travaglio e Italo Bocchino ha acceso la puntata dell’11 gennaio di Accordi&Disaccordi, in onda sul Nove e condotta da Luca Sommi. Le dichiarazioni contrastanti hanno messo sotto la lente d’ingrandimento il ruolo di Matteo Salvini come ministro e leader politico, suscitando reazioni appassionate tra gli ospiti e il pubblico.
Il contesto del confronto
L’occasione è stata una discussione sulle dichiarazioni di Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di inizio anno, in cui la premier ha elogiato Salvini definendolo un “ottimo ministro dell’Interno e dei Trasporti”. Una frase che non è passata inosservata, soprattutto in una giornata particolarmente critica per il settore ferroviario, con ritardi e guasti che hanno esasperato i pendolari in tutta Italia.
L’attacco di Travaglio: “Un politicante, non un ministro”
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, non ha risparmiato critiche al leader leghista. Con il suo consueto tono pungente, ha sottolineato il fallimento di Salvini in diversi ambiti ministeriali, in particolare durante il suo mandato al Viminale:
> “Salvini non è un ottimo ministro di niente, è un politicante. È stato un bravo segretario della Lega per un paio di anni, quando ha portato il partito al 34% alle Europee. Ma chi parla tanto e non combina niente ha il fiato cortissimo.”
Travaglio ha anche puntato il dito contro la gestione della Lega, dove la leadership di Salvini appare sempre più in bilico, contesa dai governatori del Nord. Non è mancato un riferimento ironico ai disservizi ferroviari:
> “Una volta il chiodo, una volta il cavo, ma i treni non vanno.”
La difesa di Bocchino: “Dilettantismo accusarlo per i treni”
Italo Bocchino, ex deputato di Alleanza Nazionale e commentatore politico, ha preso le difese di Salvini, definendo “dilettantismo puro” attribuire al ministro dei Trasporti la responsabilità per i disservizi ferroviari:
> “I guai sono dovuti ai tanti cantieri aperti proprio grazie a Salvini. Dargli la colpa è ridicolo.”
Bocchino ha inoltre elogiato Salvini per la sua capacità di iniziativa politica e ha criticato le accuse mosse contro di lui nel caso Open Arms, definendolo vittima di una “persecuzione giudiziaria”. Ha poi aggiunto:
> “Non è un pasticcione come lo presenta Travaglio. Anzi, chapeau a Salvini!”
Appendino e la politica del centrodestra
Nel dibattito è intervenuta anche Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e ora esponente del Movimento 5 Stelle, che ha sottolineato le difficoltà dell’attuale governo nel coordinare i grandi progetti infrastrutturali. Appendino ha criticato le politiche del centrodestra, giudicandole inefficaci nel risolvere i problemi quotidiani dei cittadini:
“Aprire cantieri non basta. Servono tempi certi e un piano strategico che al momento non vedo.”
La questione giudiziaria: un nodo cruciale
La discussione si è infine spostata sulle vicende giudiziarie di Salvini, in particolare sul processo legato al caso Open Arms, in cui è accusato di sequestro di persona. Travaglio ha commentato:
> “Non è vittima di persecuzioni, ma di scelte discutibili. Salvini ha fatto del vittimismo il suo cavallo di battaglia, ma la politica richiede responsabilità, non slogan.”
Bocchino ha ribattuto con veemenza, difendendo l’operato di Salvini e accusando la magistratura di aver politicizzato il caso.
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Una leadership in bilico?
Il dibattito si è chiuso con una riflessione sulla leadership di Salvini all’interno della Lega. Travaglio ha sottolineato le tensioni crescenti tra Salvini e i governatori del Nord, come Attilio Fontana e Luca Zaia, mentre Bocchino ha ribadito il ruolo cruciale del leader leghista per la coesione del partito.
Conclusioni
L’acceso confronto tra Travaglio e Bocchino ha messo in luce le contraddizioni e le sfide della leadership di Matteo Salvini, sia come ministro che come figura politica. Da un lato, le critiche evidenziano l’insufficienza dei risultati concreti; dall’altro, i suoi sostenitori lodano l’apertura di cantieri e la visione politica. In un momento in cui il governo Meloni è sotto pressione per le difficoltà economiche e infrastrutturali, la figura di Salvini resta un tema divisivo, capace di suscitare polemiche e accesi confronti.
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