Travaglio senza freni risponde alla provocazione di Gilli: “Lo dica a sua sor…” – VIDEO EPICO

Doveva essere una Lectio, si è trasformata in un’arena

Quella che avrebbe dovuto essere una lezione accademica sul tema della propaganda nella guerra russo-ucraina si è ben presto trasformata in un duro scontro pubblico tra opinioni, accuse e interpretazioni contrastanti. Protagonista dell’incontro tenutosi il 5 giugno presso l’Università La Sapienza di Roma (polo Unitelma) è stato Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, chiamato a tenere una Lectio Magistralis nell’ambito del corso “Media, informazione e potere”, promosso dalla Spes Academy – Scuola di Politiche economiche e sociali Carlo Azeglio Ciampi.

Il tema ufficiale era la disinformazione nei conflitti contemporanei. Ma ben presto la lezione è degenerata in un dibattito acceso e a tratti scomposto, con momenti di tensione tra il relatore, alcuni presenti in aula e persino altri docenti e giornalisti intervenuti.

Le accuse dal pubblico: “Stai raccontando il falso”

Il primo momento di rottura si è verificato quando, durante l’intervento di Travaglio, dal pubblico si è levata la voce di un giornalista che ha dichiarato di aver seguito il conflitto in Ucraina per tre anni, accusando il direttore di “raccontare il falso”. “Ti stai inventando delle cose, io sono un giornalista che è stato in Ucraina, so di cosa parlo”, ha detto visibilmente alterato.

Travaglio, senza scomporsi, ha replicato: “Non ho mai detto che non abbiamo mai venduto armi a nessuno. Ho detto che non abbiamo mai regalato armi in queste dimensioni a un Paese in guerra. Le armi le abbiamo sempre vendute, certo, ma non mi riferivo alle forniture dal 2022 ad oggi”.

L’intervento ha suscitato una reazione contrastante tra gli studenti: applausi e dissensi si sono mescolati, rendendo evidente come il tema divida in profondità anche i giovani.

Gilli contro Travaglio: “Magistrale disinformazione”

Ma è stato Andrea Gilli, professore di Studi Strategici all’Università di St. Andrews, a sferrare l’attacco più duro. Intervenuto per cercare di “moderare” il dibattito come ombudsman informale, ha poi commentato sui social: “Ero venuto per ascoltare una lezione magistrale di Marco Travaglio sulla disinformazione. Ho invece assistito a una magistrale disinformazione”.

Il commento ha fatto il giro della rete, rilanciato da giornalisti e analisti critici nei confronti delle posizioni espresse da Travaglio sul conflitto ucraino. Le dichiarazioni del direttore de Il Fatto Quotidiano sono state viste da molti come minimizzanti nei confronti dell’aggressione russa e critiche in modo eccessivo verso le scelte dell’Occidente, in particolare sul supporto militare a Kyiv.

De Luca (Spes): “Provocare per risvegliare le coscienze”

A cercare di rimettere ordine ci ha provato Valerio De Luca, presidente della Spes Academy, che ha ricordato come l’intento del corso sia quello di “alimentare il pensiero critico” anche attraverso un linguaggio provocatorio. “Raccontare qualcosa fuori dal mainstream dominante è l’obiettivo della nostra scuola”, ha dichiarato. “Una lezione accademica non è un dibattito, ma un’occasione per riflettere anche in modo non convenzionale”.

Un approccio che però non ha convinto tutti, visto il clima di crescente polarizzazione in aula.

Tinazzi: “Banalità e fake news all’università”

Tra le voci più dure anche quella del reporter di guerra Cristiano Tinazzi, che ha criticato apertamente sia la lezione sia la scelta dell’ateneo di ospitare Travaglio. Su X ha scritto: “Un concentrato di banalità e fake news. Sconcertante che un’università pubblica dia spazio a una narrativa così parziale e pericolosa”.

Parole che hanno acceso ulteriore polemica, rinfocolando il dibattito sulla libertà accademica e sul confine tra opinione e disinformazione.

Il ruolo silenzioso dell’ateneo

Il rettore Bruno Botta, presente in aula, ha presidiato l’incontro senza però prendere parte al dibattito. Nessuna nota ufficiale è stata diffusa dall’ateneo, che sembra aver scelto per il momento la strada del silenzio istituzionale. Una posizione che potrebbe però diventare difficile da mantenere, qualora le polemiche dovessero continuare a montare.

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L’episodio della Sapienza è solo l’ultimo esempio di come il tema della guerra in Ucraina stia dividendo profondamente anche l’opinione pubblica più informata. Non si tratta solo di posizioni geopolitiche, ma di visioni del mondo e del ruolo dell’Italia nei conflitti globali.

Travaglio incarna, per molti, la voce fuori dal coro, pronto a mettere in discussione le narrazioni dominanti. Per altri, rappresenta una distorsione pericolosa dei fatti, che può finire per alimentare confusione e populismo. In mezzo, studenti e cittadini chiamati a orientarsi in un panorama informativo sempre più frammentato e polarizzato.
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