Resta ancora sospeso il destino politico della legislatura sarda guidata da Alessandra Todde, prima presidente della Regione eletta con il Movimento 5 Stelle. La decisione sulla sua eventuale decadenza è ora nelle mani del collegio della prima sezione civile del Tribunale ordinario di Cagliari, presieduto dal giudice Gaetano Savona, che si è ritirato in camera di consiglio al termine della seconda udienza tenutasi questa mattina.
Il collegio ha formalmente sessanta giorni di tempo per depositare la sentenza, ma non è escluso che la decisione possa arrivare prima, data la delicatezza e la rilevanza politica del caso.
Un nodo giuridico e politico
Al centro del contenzioso c’è il ricorso che chiede la decadenza della presidente Todde, sulla base di presunte irregolarità nella sua elezione o nella composizione delle liste a sostegno. Al giudizio principale si affiancano altri ricorsi e opposizioni: da una parte quelli contro la posizione della governatrice, presentati dal collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello e da due cittadini privati; dall’altra, quelli a suo sostegno, firmati da diversi consiglieri regionali della maggioranza del “campo largo”.
Durante l’udienza odierna, sono stati ascoltati i brevi interventi degli avvocati di tutte le parti coinvolte. Tra questi, anche l’avvocato Riccardo Fercia, che è intervenuto nonostante la revoca del mandato al collegio di garanzia elettorale regionale, attualmente rimasto senza una propria rappresentanza legale.
Una sentenza che può cambiare gli equilibri
Il verdetto atteso dai giudici non è solo di natura tecnica: ha implicazioni politiche profonde. Un’eventuale decadenza della presidente potrebbe aprire una crisi istituzionale in Sardegna e rimettere in discussione il risultato delle elezioni regionali che hanno visto trionfare la coalizione progressista, con un equilibrio già precario tra le forze che sostengono Todde.
D’altro canto, una conferma della legittimità della presidente consoliderebbe il mandato e rafforzerebbe la stabilità del governo regionale, ponendo fine a una fase di incertezza che ha accompagnato fin dall’inizio la legislatura.
L’assetto istituzionale della Regione Sardegna resta appeso al giudizio della magistratura. Il collegio della prima sezione civile del Tribunale di Cagliari, presieduto dal giudice Gaetano Savona, si è ritirato in camera di consiglio per decidere sulla richiesta di decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde, esponente del Movimento 5 Stelle. La vicenda giudiziaria, dai contorni ancora molto delicati, potrebbe mettere seriamente in discussione la stabilità della legislatura sarda, inaugurata appena pochi mesi fa.
Il Tribunale ha a disposizione un termine di sessanta giorni per il deposito della sentenza, ma secondo indiscrezioni e fonti vicine al procedimento, non è escluso che una decisione possa arrivare anche prima, date le implicazioni politiche e istituzionali rilevanti del caso.
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Conclusione: l’attesa che pesa sulla politica sarda
Il caso Todde rappresenta un banco di prova per la tenuta democratica e giuridica delle istituzioni regionali, ma anche un potenziale spartiacque politico per il centrosinistra. La Sardegna, prima regione italiana ad aver espresso un presidente M5S, si trova ora al centro di una partita che va ben oltre i confini dell’isola.
In attesa della sentenza, che potrebbe arrivare in tempi brevi, la politica sarda rimane in stand-by, con un’intera legislatura appesa alla decisione di un tribunale. E con essa, anche il destino del laboratorio politico costruito attorno alla figura di Alessandra Todde.