Il Movimento 5 Stelle denuncia l’emendamento di Fratelli d’Italia alla riforma della Corte dei Conti: “È una restaurazione della casta”
Un emendamento che fa discutere
ROMA, 22 marzo 2025 – È scontro politico acceso sull’emendamento proposto da Fratelli d’Italia nell’ambito della riforma della Corte dei Conti. Il provvedimento introduce la presunzione di buona fede per i politici, riducendo di fatto le possibilità di controllo sull’operato degli amministratori pubblici. Una norma che per il Movimento 5 Stelle rappresenta l’ennesimo passo verso l’indebolimento della legalità e il rafforzamento dell’impunità politica.
La denuncia del M5S: “La destra mostra il suo vero volto”
A guidare la critica sono Alessandra Maiorino e Alfonso Colucci, capigruppo M5S nelle Commissioni affari costituzionali di Senato e Camera. In una nota congiunta, i due parlamentari accusano frontalmente la destra di voler governare senza vincoli e di “mostrare il suo vero volto”. Per i pentastellati, l’emendamento è solo l’ultima tappa di una strategia già avviata da tempo, che punta a smantellare ogni forma di responsabilità politica e amministrativa.
Il caso Montaruli e l’ombra della condanna
Particolarmente duro è il riferimento alla figura di Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia condannata in via definitiva per peculato, che ha promosso e fatto votare l’emendamento. Per i 5 Stelle, il suo coinvolgimento è emblematico: “Una condannata che propone una norma per ridurre i controlli è l’emblema di un sistema che tutela i potenti e sacrifica la legalità”. Il provvedimento, infatti, mette in crisi l’efficacia della Corte dei Conti, organismo fondamentale per vigilare sull’uso corretto delle risorse pubbliche.
Una strategia pericolosa: dal reato d’abuso alla “buona fede”
Il M5S contesta anche la più ampia cornice normativa nella quale si inserisce questo emendamento. Dopo l’abolizione dell’abuso d’ufficio e l’introduzione di scudi penali per gli amministratori, ora si passa alla presunzione di buona fede, che – secondo i pentastellati – diventa un vero e proprio “lasciapassare per sottrarsi alle proprie responsabilità”. L’obiettivo? “Governo senza controllo e senza dover rispondere delle proprie azioni”.
Rischio deriva autoritaria e ritorno alla casta
“È evidente il disegno di chi vuole governare senza limiti,” continuano Maiorino e Colucci. “Così si aprono le porte a derive autoritarie e si torna a una politica di privilegi e immunità. È in atto una restaurazione della casta, contro cui bisogna opporsi con forza”. Il M5S lancia un appello a tutte le forze democratiche affinché si uniscano nella difesa della legalità e delle istituzioni di controllo.
ECCO SPIEGATO PER BENE:
Una sorta di scudo erariale per i politici di ogni livello, a partire dagli amministratori locali, che potranno evitare responsabilità grazie al principio della cosiddetta “buona fede”. Non saranno più sanzionabili per danni arrecati alle finanze pubbliche, a meno che non venga dimostrato il dolo. È quanto previsto da un emendamento approvato mercoledì nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, nell’ambito della riforma sulla Corte dei Conti voluta dalla maggioranza e in discussione da mesi a Montecitorio. Una modifica che ridisegna l’assetto della Corte e ne riduce i poteri di vigilanza.
La norma ha un forte significato politico: è stata promossa da Fratelli d’Italia, che porta avanti anche il relativo disegno di legge con l’attuale ministro per gli Affari europei Tommaso Foti. L’emendamento è stato firmato da due figure di spicco del partito guidato da Giorgia Meloni: la vice capogruppo Augusta Montaruli e il deputato Luca Sbardella, da poco nominato commissario di FdI in Sicilia dopo le recenti inchieste che hanno travolto alcuni esponenti del partito sull’isola.
Montaruli era stata condannata in via definitiva il 17 febbraio 2023 dalla Corte di Cassazione a un anno e sei mesi per peculato, per aver gestito in modo illecito fondi pubblici della Regione Piemonte tra il 2010 e il 2014. Una sentenza che l’aveva costretta a dimettersi dal ruolo di sottosegretaria all’Università. Oggi, tornata pienamente attiva come parlamentare e in corsa per il ruolo di vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia, ha firmato e fatto approvare l’emendamento.

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