NAPOLI – Momenti di forte tensione nel pomeriggio a Napoli, in via Coroglio, nel quartiere di Bagnoli, dove alcune centinaia di manifestanti si sono radunate per protestare contro il Governo in occasione dell’arrivo di esponenti della Lega a Città della Scienza, per una convention precongressuale. L’iniziativa ha visto la partecipazione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Il corteo, partito da Piazzetta Bagnoli, era composto da cittadini colpiti dal bradisismo nei Campi Flegrei — molti dei quali sgomberati dalle proprie abitazioni rese inagibili — ma anche da attivisti di comitati civici, centri sociali e rappresentanti di “Potere al Popolo”. La manifestazione, pacifica nella sua fase iniziale, ha subito un’improvvisa escalation di tensione quando il corteo è stato fermato da un cordone delle forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa.
Secondo quanto riferito dall’Agenzia AGI, si è verificata una carica di alleggerimento da parte della polizia, a seguito della quale la situazione è rientrata temporaneamente nella calma. Tuttavia, un lancio di uova contro i poliziotti ha segnato un ulteriore momento critico: i manifestanti, frustrati dall’impossibilità di proseguire verso il luogo della convention, hanno intonato cori come “Fateci passare!” e avviato un sit-in spontaneo davanti alle camionette della polizia.
Sul posto si respirava un’atmosfera densa di rabbia e indignazione. Gli slogan esposti nei cartelli e negli striscioni dei manifestanti parlano chiaro:
“La vostra sicurezza è solo repressione. 800 miliardi per la guerra, per i territori nessuna prevenzione”,
“No al decreto 1660”,
“No alla riforma Valditara”,
“No alle zone rosse”,
“No al modello Caivano”.
Dietro lo scontro si cela un malessere profondo che attraversa le comunità flegree, da mesi alle prese con il fenomeno del bradisismo, un sollevamento del suolo di origine vulcanica che sta rendendo molte abitazioni pericolanti o inagibili. Al centro della protesta, infatti, c’è la richiesta di un incontro diretto con i ministri presenti a Napoli, per ottenere risposte concrete sul futuro degli sfollati e su un piano di messa in sicurezza e prevenzione strutturale del territorio.
Il decreto-legge 1660, recentemente approvato dal Governo, e le politiche di “modello Caivano” – che prevedono zone a sicurezza rafforzata e un maggiore controllo poliziesco nei quartieri periferici – sono state duramente contestate dai manifestanti, che le interpretano come misure repressive piuttosto che come soluzioni a lungo termine. Il malcontento si estende anche alla riforma scolastica del ministro Valditara, considerata troppo autoritaria e poco attenta al disagio sociale.
Intanto, la presenza mediatica è massiccia: video girati dai manifestanti e da alcuni giornalisti freelance stanno circolando in rete, mostrando i momenti più tesi della protesta e le cariche della polizia. Alcuni video definiti “shock” ritraggono anziani e famiglie con bambini costretti ad allontanarsi in fretta, mentre la folla urla e cerca di contenere la tensione.
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Il corteo resta bloccato, ma i manifestanti non sembrano intenzionati a disperdersi. La richiesta di un incontro diretto con i ministri resta al centro delle rivendicazioni. “Non ce ne andiamo finché non ci ascoltano”, dichiarano al megafono gli attivisti. Le forze dell’ordine, per ora, mantengono una posizione di contenimento, evitando ulteriori interventi.
La giornata si inserisce in un contesto di crescente frattura tra Governo e territori periferici, dove la distanza tra istituzioni e cittadinanza sembra farsi sempre più ampia. Napoli, ancora una volta, diventa teatro di un conflitto profondo: quello tra la sicurezza intesa come controllo e la sicurezza intesa come diritto alla casa, al territorio, alla prevenzione e all’ascolto.
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