Ultim’ora – Dopo l’aumento dei pedaggi caos nel Governo, maggioranza spaccata, è crisi? Intanto…

La vicenda è destinata a far discutere per giorni e a pesare sulle tasche degli italiani proprio alla vigilia dell’esodo estivo. Tutto è iniziato con un emendamento presentato in Parlamento dalla Lega, il partito guidato da Matteo Salvini, che prevedeva l’aumento dei pedaggi autostradali a partire dal 1° agosto, nel bel mezzo delle vacanze estive, quando milioni di cittadini si mettono in viaggio per raggiungere le località di villeggiatura.

L’aumento, se approvato, avrebbe colpito proprio gli automobilisti nei giorni di maggiore traffico, sollevando subito una bufera politica e un’ondata di proteste da parte di consumatori e opposizioni.

La mossa a sorpresa di Salvini: ritirare l’emendamento e scaricare la colpa

Di fronte al montare delle polemiche e con l’opinione pubblica sul piede di guerra, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha provato a correre ai ripari. In una mossa che in molti hanno definito “di puro opportunismo politico”, Salvini ha chiesto il ritiro dell’emendamento, prendendo pubblicamente le distanze dalla proposta che era stata presentata proprio dal suo partito.

Non solo: il leader della Lega ha puntato il dito contro la collega di partito Elisa Montemagni, indicandola come responsabile della misura. Un vero e proprio scaricabarile che non ha fatto altro che alimentare le critiche, sia all’interno della maggioranza sia tra i cittadini.

L’accusa di incoerenza e la rabbia degli italiani

L’episodio ha scatenato un’ondata di indignazione sui social e tra i cittadini, molti dei quali accusano Salvini di aver giocato con i loro portafogli per poi tentare di rifarsi una verginità politica davanti alle telecamere.
Molti utenti hanno definito la vicenda l’ennesima “pagliacciata” della politica italiana, in cui si varano misure impopolari per poi fingere di difendere i cittadini in extremis.

Sulla pagina Facebook “Italia Mattanza”, che ha rilanciato la notizia con toni aspri, si legge:

> “E niente, Salvini colpisce ancora! Prima la sua Lega presenta un emendamento per aumentare i pedaggi autostradali dal 1° agosto, proprio quando gli italiani partono per le vacanze, e poi? Il nostro vicepremier fa il gran gesto e chiede di ritirarlo, puntando il dito contro la collega di partito Elisa Montemagni!
Che coerenza, Matteo! Prima stanghi i cittadini, poi giochi a fare l’eroe. Intanto, le tasche degli italiani ringraziano per il caos.”

Il quadro politico: tensioni nella maggioranza e tra Lega e Fratelli d’Italia

L’imbarazzo della Lega si fa sentire anche dentro la maggioranza di governo. Da tempo i rapporti tra Lega e Fratelli d’Italia sono segnati da una sotterranea competizione elettorale, con Matteo Salvini sempre più in difficoltà nei sondaggi e Giorgia Meloni ben salda al vertice del consenso.

Questo episodio potrebbe pesare sugli equilibri interni e sulla tenuta politica della Lega, che già da mesi attraversa una fase di incertezza e di perdita di appeal nei confronti degli elettori, specie tra i ceti medi e i piccoli imprenditori del Nord, tradizionali bacini del Carroccio.

Vacanze più care e cittadini furiosi: cosa succede ora

Nonostante il ritiro dell’emendamento, la questione dei pedaggi autostradali rimane sul tavolo. Secondo alcune indiscrezioni, il governo starebbe valutando un altro intervento in autunno, dopo la pausa estiva, per aggiornare le tariffe delle autostrade, sostenendo la necessità di coprire i costi di manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture.

Ma la sensazione diffusa è che il danno d’immagine sia ormai fatto: milioni di italiani hanno già percepito l’episodio come l’ennesimo tentativo di “mettere le mani in tasca” ai cittadini per poi fare marcia indietro solo per calcolo politico.

Il caso del pedaggio autostradale si inserisce in una lunga serie di scivoloni che rischiano di compromettere ulteriormente l’immagine di Matteo Salvini, già sotto pressione per la gestione di dossier cruciali come i cantieri delle grandi opere, il ponte sullo Stretto e la sicurezza stradale.

Questa volta, però, la reazione degli italiani sembra più feroce del solito: il “gran rifiuto” di Salvini non ha convinto quasi nessuno e in molti lo accusano di aver orchestrato l’intera vicenda per poi fingersi salvatore della patria.

La domanda ora è una sola: quanto pagherà, politicamente, Matteo Salvini per questa ennesima “figuraccia estiva”?

Le parole di Conte:

“Altro colpaccio della maggioranza Meloni-Salvini-Tajani: hanno proposto l’aumento dei pedaggi in autostrada dal 1 agosto, così aggiungiamo un altro po’ di carovita per le vacanze (a chi se le può permettere). Però le tasse le stanno tagliando: ai colossi miliardari del web degli Stati Uniti e alle banche che hanno collezionato extraprofitti. Stiamo dando subito battaglia in Parlamento per fermare questo ulteriore aumento. Basta.”

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La vicenda dei pedaggi autostradali rischia di lasciare un segno profondo nella già fragile credibilità politica di Matteo Salvini e della sua Lega. Quello che doveva essere, nelle intenzioni, un provvedimento per far quadrare i conti sulle infrastrutture si è trasformato in un vero e proprio boomerang mediatico, che ha mostrato tutta l’incoerenza e l’opportunismo di una certa politica.

Il tentativo maldestro di scaricare la colpa su una collega di partito non ha fatto altro che alimentare l’indignazione popolare e le accuse di ipocrisia, mentre l’opposizione — con Giuseppe Conte in testa — cavalca il malcontento, denunciando una maggioranza che, da un lato, continua a premiare banche e multinazionali e, dall’altro, cerca di scaricare il peso del carovita sulle spalle di chi parte per le vacanze.

In questo clima, la “figuraccia estiva” di Salvini si inserisce come l’ennesimo episodio di una stagione politica segnata da scivoloni e contraddizioni, con una Lega sempre più in affanno e una maggioranza che fatica a reggere l’urto del malcontento sociale.

Il caso potrebbe sembrare chiuso con il ritiro dell’emendamento, ma il danno d’immagine resta. E la domanda che ora circola con insistenza è: quanti altri “colpi” di questo tipo potrà reggere Salvini prima che l’emorragia di consensi diventi irreversibile?

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