ULTIM’ORA – Il Presidente Sergio Mattarella ferma Matteo Salvini – Arriva il suo no per…

Una norma last minute e il veto del Colle

Il Ponte sullo Stretto continua a dividere, non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno delle istituzioni. L’ultimo atto ha visto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella mettere uno stop netto a una norma contenuta nel decreto Infrastrutture, fortemente voluta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. L’articolo in questione prevedeva l’accentramento dei controlli antimafia direttamente sotto l’autorità del Ministero dell’Interno, ovvero nelle mani dello stesso governo promotore dell’opera.

Secondo il Quirinale, si trattava di una deroga “non giustificata” alle normative vigenti. In particolare, l’articolo avrebbe consentito di scavalcare alcune garanzie previste dal Codice antimafia, giustificando la mossa con l’urgenza del progetto. Ma per il Presidente, un’opera che dovrebbe essere conclusa nel 2032 non può essere equiparata a un’emergenza post-sismica.

Un precedente pericoloso

La norma avrebbe trasferito il potere di verifica e controllo a un prefetto designato, Paolo Canaparo, struttura direttamente subordinata al Viminale. Un precedente che molti osservatori hanno definito “pericoloso”, perché avrebbe eliminato l’autonomia degli organismi terzi chiamati a vigilare sull’impiego di fondi pubblici, aprendo potenzialmente le porte a infiltrazioni mafiose e conflitti d’interesse. Parliamo di un’opera pubblica da 14 miliardi di euro: un cantiere che, storicamente, la criminalità organizzata ha sempre considerato come una potenziale “miniera d’oro”.

“Legalità non è burocrazia, è garanzia per tutti”, è il messaggio che trapela dal Quirinale. Una vera e propria lezione istituzionale, rivolta a chi – come Salvini e il ministro dell’Interno Piantedosi – pensava di poter aggirare il sistema di controlli con un colpo di mano normativo.

Il fastidio della Lega e l’ombra dello scontro istituzionale

Il dietrofront imposto da Mattarella ha suscitato irritazione nei ranghi della Lega. Fonti vicine al ministero dei Trasporti parlano di “sorpresa e amarezza”, mentre lo stesso Salvini ha ribadito che i controlli “saranno rigidi” e che il decreto sarà modificato in Parlamento. Una sfida aperta al Colle? Forse. Ma l’intervento presidenziale non è stato solo formale: il Quirinale ha voluto sottolineare come la norma fosse stata aggiunta “all’ultimo momento”, senza alcuna condivisione né trasparenza.

Il messaggio politico è chiaro: le scorciatoie normative non saranno tollerate, soprattutto quando si tratta di legalità e appalti pubblici. Un segnale importante in un Paese in cui, troppo spesso, le deroghe diventano la regola.

Il contesto: il ponte tra propaganda e realtà

Nel frattempo, sul Ponte si continua a giocare una partita fatta di promesse, ritardi e annunci. Il progetto ha ricevuto il via libera ambientale, ma restano molte incognite. Le opposizioni denunciano criticità ingegneristiche e ambientali, e puntano il dito contro un’opera che viene “spinta a tutti i costi” senza una reale analisi costi-benefici.

“La premier Meloni tace per tenere buono Salvini”, ha dichiarato Agostino Santillo (M5S). “Ma dovrà presto metterci la faccia, soprattutto se si useranno fondi europei”. Angelo Bonelli (AVS) parla di “blitz normativi contro il diritto europeo” e minaccia ricorsi a Bruxelles e alla magistratura.

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Conclusione: Mattarella ultimo argine

Il gesto del Capo dello Stato ha un valore che va oltre il singolo provvedimento. In un tempo in cui la politica sembra sempre più disposta a piegare le regole per accelerare la propaganda, Sergio Mattarella si conferma ancora una volta l’ultimo argine istituzionale alla deriva. Ha ricordato al Paese – e a chi lo governa – che esistono principi non negoziabili, come la trasparenza, la legalità e l’indipendenza dei controlli.

Non è solo un alt alla norma sul Ponte. È un alt a un certo modo di intendere il potere. E forse, è anche un appello implicito a un’opinione pubblica sempre più assuefatta al “fare a ogni costo”, a ricordare che la legalità non è un ostacolo, ma il fondamento stesso di una democrazia.

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