Ultim’ora Rai, nuovo scontro tra Maurizio Gasparri e Ranucci, ma arriva il M5S che…

Si accende lo scontro politico attorno a Report, il programma di inchiesta di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci, finito nel mirino del senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) per una recente puntata dedicata alla strage di Capaci. Il nodo della polemica è l’ipotetico coinvolgimento dell’estremista di destra Stefano Delle Chiaie, figura controversa già legata ad ambienti dell’eversione nera italiana. Secondo Gasparri, quella ricostruzione è “una menzogna già smentita da una sentenza di archiviazione”. Ma il Movimento 5 Stelle non ci sta: “Si tratta di nuovi documenti e testimonianze. Nessuna bugia, ma giornalismo d’inchiesta”.

Gasparri all’attacco: “Ranucci ha mentito, la Rai diffonde falsità”
In una durissima dichiarazione, Gasparri non usa mezzi termini e definisce Ranucci “un mentitore”:

“La Rai e Report hanno ribadito la tesi della partecipazione di Delle Chiaie a eventi legati alla strage di Capaci. Ma la procura di Caltanissetta ha archiviato questa narrazione con una sentenza chiara. Hanno mentito, e una sentenza lo dimostra”.

Il parlamentare di Forza Italia si riferisce a una richiesta di archiviazione firmata nell’aprile 2024 da vari sostituti procuratori, tra cui Nadia Caruso, Davide Spina e Claudia Pasciuti, e da due membri della Direzione nazionale Antimafia, Domenico Gozzo e Francesco Del Bene. “Una decisione di 68 pagine – insiste Gasparri – che smentisce i testimoni citati da Report, tra cui l’ex brigadiere dei Carabinieri Walter Giustini e Alberto Lo Cicero”.

Gasparri ha inoltre annunciato iniziative legali e istituzionali:

“Rai-bugia non può continuare in questo modo. Invierò la sentenza a tutti e valuterò atti giudiziari formali. La credibilità del servizio pubblico è a rischio”.

La replica del M5S: “Gasparri distorce i fatti, l’inchiesta si basa su nuove prove”
Immediata e altrettanto dura la risposta del Movimento 5 Stelle, per voce dei suoi membri nella Commissione di Vigilanza Rai.

“Gasparri, con la consueta foga da megafono delle falsità, accusa ingiustamente Ranucci e la Rai. Ma la sua ricostruzione è parziale e imprecisa. Non esiste alcuna ‘sentenza’: si tratta di una semplice archiviazione risalente ad aprile 2024”.

Secondo il M5S, si tratta di un provvedimento tecnico e non definitivo, che può essere revocato se emergono nuove prove:

“Ed è esattamente ciò che ha fatto Report – spiegano –. La trasmissione ha presentato nuovi documenti e testimonianze mai esaminati prima. Sono elementi nuovi e materiali concreti, non opinioni”.

I pentastellati aggiungono che sarebbe attualmente pendente una richiesta di acquisizione di questi nuovi elementi da parte della magistratura, a conferma della validità del lavoro giornalistico svolto da Report.

Il contesto: Capaci, servizi deviati e piste alternative
La strage di Capaci, in cui il 23 maggio 1992 persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, è da oltre trent’anni al centro di ipotesi, depistaggi e interrogativi irrisolti. In questo contesto, il nome di Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale, è emerso più volte, ma mai in via ufficiale nelle sentenze definitive.

La puntata di Report avrebbe proposto una nuova chiave di lettura, fondata su testimonianze già note e su documenti inediti, che proverebbero una presenza logistica e non occasionale di Delle Chiaie in prossimità degli eventi di Capaci.

Una nuova bufera sulla Rai
Questo nuovo caso si inserisce nel più ampio braccio di ferro tra centrodestra e informazione pubblica, con Report da tempo sotto attacco da parte di esponenti della maggioranza. Sigfrido Ranucci, già finito nel mirino per le sue inchieste su politica, corruzione e criminalità organizzata, viene oggi nuovamente accusato di “faziosità” e “militanza giornalistica”.

Ma mentre Gasparri invoca sanzioni e provvedimenti legali, dall’opposizione e dalla società civile si levano voci in difesa della libertà di stampa e del diritto all’inchiesta.

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Conclusioni: uno scontro politico e culturale
Il caso Report-Delle Chiaie non è solo una controversia tra un senatore e un giornalista: rappresenta uno scontro politico e culturale profondo su come debba essere interpretata e raccontata la storia italiana, in particolare nei suoi capitoli più oscuri.

Da un lato, una parte della maggioranza che rivendica rispetto delle decisioni giudiziarie e difende la legittimità del servizio pubblico come organo imparziale. Dall’altro, un’informazione d’inchiesta che rivendica il diritto di scavare oltre l’ufficialità, anche a costo di disturbare equilibri consolidati.

La tensione tra questi due mondi è destinata a crescere. E, ancora una volta, è la Rai il campo di battaglia.

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