Una mozione semplice, chiara, umana. Eppure respinta. Nella giornata di ieri, la maggioranza di centrodestra ha bocciato alla Camera la mozione unitaria presentata da Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza. Un testo che chiedeva l’ovvio: cessate il fuoco immediato, liberazione degli ostaggi, fine dell’occupazione in Cisgiordania, riconoscimento dello Stato di Palestina, sospensione della vendita di armi a Israele e rispetto del mandato internazionale di arresto nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Un atto parlamentare che avrebbe potuto segnare una svolta morale, oltre che politica, e che invece è stato respinto in blocco da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e dai centristi alleati.
“Neanche l’infanzia massacrata li ha fermati”
L’opposizione è insorta. Nei corridoi di Montecitorio si è parlato apertamente di “scandalo”, “macchia parlamentare”, “vergogna storica”. Le parole più dure arrivano dai social, dove l’indignazione è esplosa con post virali. Tra questi, quello di Lorenzo Tosa, che non ha risparmiato nessuno:
> “Neanche l’uccisione di 15mila bambini innocenti sono riusciti a condannare. Neanche la fame, i bombardamenti, l’assedio sono stati in grado di censurare.”
Il messaggio più forte è però politico, e personale: “Meloni, Salvini, Tajani – i sedicenti cristiani, i pro vita – oggi hanno scelto da che parte stare: non con i civili, ma con un criminale di guerra.”
La mozione respinta: cosa prevedeva
Nel dettaglio, la mozione chiedeva:
il cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia;
la liberazione di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas;
la fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania;
il riconoscimento dello Stato di Palestina;
la sospensione dell’export militare italiano verso Israele;
la piena collaborazione con la Corte penale internazionale sull’eventuale mandato d’arresto a Netanyahu.
Misure che, nelle parole dei promotori, “non sono né filo Hamas né anti Israele”, ma “di semplice difesa del diritto umanitario e dei civili”.
Meloni, Tajani e Salvini: silenzi e imbarazzi
A voto concluso, nessuna dichiarazione ufficiale da parte del premier Meloni, né da Salvini o Tajani. Solo qualche frase generica sul “diritto di Israele a difendersi” e sull’equilibrio da mantenere nei rapporti internazionali. Nessuna parola invece sulla catastrofe umanitaria, sulle oltre 35.000 vittime civili, sulle immagini strazianti di bambini senza acqua né cibo.
Nel centrodestra si fa notare anche l’imbarazzo crescente tra alcuni parlamentari moderati, soprattutto in Forza Italia, che avrebbero voluto almeno un voto di astensione. Ma la linea di Palazzo Chigi è stata ferma: compattezza assoluta.
“Macchia indelebile sulla storia del Parlamento”
Le reazioni non si sono fatte attendere. “Questo voto resterà una macchia indelebile nella storia parlamentare italiana – ha scritto Tosa –. Oggi è stata scritta una pagina buia. Una vergogna di Stato.”
E ancora: “Ora Meloni abbia il coraggio di dire chiaramente ai suoi elettori che ha scelto da che parte stare: non con i civili massacrati, ma con chi li bombarda ogni giorno.”
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Conclusione
Il centrodestra ha perso un’occasione. L’occasione di dire che l’Italia, al di là delle alleanze geopolitiche, non può accettare massacri di innocenti. Di dimostrare che la parola “umanità” può ancora entrare nei verbali di Camera e Senato. Invece ha detto no. Un no che pesa. Che divide. Che lascia cicatrici. E che rischia di compromettere per sempre la credibilità morale di un’intera classe dirigente.