ULTIM’ORA – Svolta decisiva della Todde? Ecco quale sarebbe la posizione della Procura…

La Procura della Repubblica di Cagliari ha preso posizione: è contraria alla decadenza di Alessandra Todde dalla carica di presidente della Regione Sardegna. Un colpo di scena nel complesso iter giudiziario e politico scatenato dalla presunta irregolarità nella presentazione del rendiconto delle spese elettorali da parte della candidata del Movimento 5 Stelle, eletta alla guida della Regione nel febbraio 2024.

Il punto della Procura: rendiconto presentato, niente decadenza

Durante l’udienza del 20 marzo al tribunale civile di Cagliari, presieduta dal giudice Gaetano Savona, è stato chiarito che un rendiconto delle spese è stato effettivamente presentato. La Procura – rappresentata dal procuratore aggiunto Guido Pani e dalla sostituta procuratrice Diana Lecca – ha sottolineato come l’eventuale difformità formale del documento non sia stata esplicitamente contestata nell’ordinanza che ha inflitto la sanzione della decadenza e della multa di 40 mila euro.

Una posizione che potrebbe smontare l’intero impianto sanzionatorio costruito dal Collegio di garanzia elettorale, il quale aveva segnalato la mancanza di un rendiconto conforme e la conseguente automatica perdita della carica in base alla legge 515 del 1993.

Difesa compatta: “Todde non ha speso un centesimo”

La difesa della presidente, affidata agli avvocati Benedetto e Stefano Ballero, Giuseppe Macciotta e Priamo Siotto, sostiene che Alessandra Todde non ha speso direttamente alcuna somma per la campagna elettorale. Tutte le spese sarebbero state sostenute dal comitato elettorale del M5S, che ha provveduto a trasmettere i dati alla Corte dei conti e al Collegio secondo le regole.

Secondo la dirigente del servizio elettorale della Corte d’Appello Daniela Muntoni, il documento depositato non rifletteva le spese della candidata ma solo quelle del Movimento, risultando quindi giuridicamente “inesistente”. Tuttavia, la Procura sembra non ritenere sufficiente questa interpretazione per giustificare una sanzione tanto grave come la decadenza.

Prossimi passi: tutto rinviato al 22 maggio

Il giudice Savona ha aggiornato l’udienza al 22 maggio, concedendo alle parti tempo per depositare note conclusive. La decisione finale sarà notificata via PEC nei giorni successivi. Una delle ipotesi più accreditate è che il tribunale si limiti a pronunciarsi sulla sanzione pecuniaria legata alla mancata nomina del mandatario elettorale, evitando di entrare nel merito della decadenza, che non è stata ancora ratificata dal Consiglio regionale, unico organo competente a formalizzarla.

Il commento di Cappelletti (M5S): “Il tempo è galantuomo. Ma chi ha attaccato Todde, si scuserà?”

A commentare la svolta è intervenuto anche il deputato M5S Alberto Cappelletti, con parole cariche di significato politico:

> “Toh… anche la Procura di Cagliari è contro la decadenza di Alessandra Todde da Presidente della Regione: il rendiconto spese fu presentato e questo esclude la decadenza. Il tempo è galantuomo: vedremo se lo saranno anche tutti coloro che l’hanno attaccata ingiustamente, scusandosi pubblicamente (ne dubito).
PS: Todde a parte, quando le procure saranno assoggettate alla politica, come stanno tentando di fare governo e maggioranza, vi saranno le stesse garanzie di indipendenza?”

 

Un messaggio chiaro, che va oltre il singolo caso per lanciare un allarme sul rapporto tra politica e magistratura. La preoccupazione riguarda i progetti di riforma in corso, che – secondo il Movimento – potrebbero compromettere l’autonomia del sistema giudiziario.

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Una vicenda che tocca istituzioni, diritto e democrazia

Quella di Alessandra Todde non è solo una vicenda personale. È diventata simbolo di una battaglia più ampia, tra rigore formale e sostanza politica, tra automatismi sanzionatori e diritto alla rappresentanza. E mentre il verdetto finale resta in sospeso, una cosa sembra ormai certa: la decadenza appare ogni giorno meno fondata, e la presidente della Regione – forte del consenso ricevuto alle urne – continua a governare, sostenuta da una larga parte della società civile e istituzionale.

Il tempo, si dice, è galantuomo. Ora resta da vedere se lo saranno anche i detrattori.

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