Montanari: “Il governo ha le mani sporche di sangue”
Nella puntata del 23 maggio di Piazzapulita su La7, si è consumato un acceso confronto tra il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, e il senatore della Lega Claudio Borghi. Tema centrale, la situazione umanitaria drammatica a Gaza e l’atteggiamento dell’Italia, che ha recentemente votato contro l’attivazione dell’articolo 2 dell’accordo di associazione tra UE e Israele.
Montanari non ha usato mezzi termini: “A Gaza sta accadendo qualcosa che ricorda gli orrori più bui del Novecento. I nostri governi tacciono, e chi tace è complice. Le mani del governo Meloni sono sporche di sangue”. Ha poi lanciato un’iniziativa simbolica: “Sabato invitiamo tutti a esporre lenzuola bianche alle finestre, come sudari per i morti palestinesi”.
Borghi: “Sanzioni inutili, Netanyahu è il meno feroce”
La risposta di Borghi non si è fatta attendere. Il senatore leghista, di ritorno da una missione con il Copasir in Israele, ha difeso il governo Netanyahu e ha respinto le accuse: “Le sanzioni non risolvono nulla. Ho parlato con l’opposizione israeliana e sono più duri di Netanyahu. Lo accusano di non essere abbastanza efficace nel liberare gli ostaggi”.
Montanari ha replicato seccamente: “Dovreste andare a Gaza, non a Tel Aviv”, sottolineando come la prospettiva israeliana venga troppo spesso accettata senza contraddittorio. A quel punto, il clima in studio si è fatto rovente.
Calabresi: “Si può liberare un ostaggio senza massacri”
Il giornalista Mario Calabresi, presente in studio, ha cercato di riportare il dibattito su un piano concreto: “Trump ha dimostrato che si possono liberare ostaggi con una trattativa. Non c’è bisogno di radere al suolo interi quartieri ogni giorno”. E ha evidenziato le spaccature interne alla maggioranza: “Forza Italia si sta smarcando, mentre Fratelli d’Italia resta saldamente sulla linea di Israele. Ma intanto Spagna e Regno Unito discutono il riconoscimento dello Stato palestinese”.
Formigli chiude con sarcasmo: “Lasciamoli finire il lavoro”
A stemperare – o ad aggravare – la tensione è intervenuto il conduttore Corrado Formigli con una battuta amara: “No, ma lasciamoli tirare bombe ancora…”, commentando con sarcasmo le parole di Borghi che invitava a non “mettere con le spalle al muro Israele”.
Montanari ha rincarato la dose: “Sì, lasciamoli finire il lavoro”. Parole dure, che hanno segnato la chiusura di uno dei confronti televisivi più accesi degli ultimi mesi. Il dibattito si è poi chiuso tra le polemiche e l’indignazione del pubblico, anche sui social dove il video del botta e risposta è diventato virale.
Un Paese spaccato, una politica silenziosa
Il confronto in diretta ha messo in luce un’Italia profondamente divisa sulla crisi in Medio Oriente. Da un lato chi difende a oltranza le scelte del governo israeliano in nome della lotta al terrorismo, dall’altro chi denuncia un massacro umanitario e chiede un’assunzione di responsabilità da parte dell’Occidente.
Montanari ha rappresentato con forza quest’ultimo fronte, parlando a nome di migliaia di cittadini che si mobilitano da settimane contro la guerra a Gaza. Borghi, invece, ha incarnato la linea ufficiale del governo Meloni, che resta vicino a Israele e contrario a sanzioni o pressioni diplomatiche.
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VIDEO E Conclusione: una frattura profonda, anche nelle coscienze
Lo scontro a Piazzapulita è lo specchio di un dibattito che esce dagli schieramenti tradizionali e tocca corde etiche e civili. Non si è parlato solo di geopolitica, ma di valori, responsabilità e coscienza collettiva. Montanari, con la sua denuncia, ha sollevato una questione che interroga la società nel profondo: può una democrazia tacere davanti a una strage?
Nel silenzio del governo, la voce dei cittadini – e di chi li rappresenta in modo libero – diventa ancora più potente. E i lenzuoli bianchi annunciati per sabato rischiano di essere molto più di un simbolo: potrebbero diventare la coscienza visibile di un Paese.
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